Di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Servono subito 50-60 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza» Enrico Rossi sa che non si può aspettare, ci sono interventi, come il ripristino degli argini, o alcune infrastrutture che non possono aspettare, o si richia di finire nuovamente sott’acqua, bisogna eliminare il pericolo e garantire la sicurezza ricostruendo ciò che è andato distrutto. Non possiamo permetterci si attendere sino a gennaio l’approvazione della finanziaria per l’arrivo di una parte di quei 250 milioni di euro che dovranno coprire i danni da maltempo per il mese di novembre in Toscana, Liguria, Umbria e Lazio. Rossi sta infatti verificando la possibilità di sbloccare, al riguardo, risorse regionali. «Abbiamo preso l’impegno di portare, giovedi, al Governatore Rossi l’elenco degli interventi da far partire subito» ha detto il presidente della provincia Leonardo Marras ricordando la situazione di particolare vulnerabilità in cui si trova ora il territorio. Questo uno dei punti dell’incontro di oggi in sala pegaso tra il presidente della Toscana, quello della provincia, e i sindaci dei comuni maremmani.
«Abbiamo chiesto – ha continuato Rossi – che ai presidenti delle regioni siano dati gli stessi poteri concessi al presidente dell’Emilia Romagna dopo il terremoto» Rossi ha poi ricordato che la cifra di 250 milioni di euro è in realtà poca cosa «Siamo a conteggiare 350 milioni di danni pubblici a cui vanno aggiunti i privati. Stiamo mettendo in campo una serie di iniziative da proporre al Governo per la prevenzione così da risparmiarne in futuro per riparare i danni. Chiedermo 600 milioni in un arco pluriennale così da modificare stabilmente l’assetto idraulico della regione»
«Per quanto riguarda la prevenzione – continua Rossi – abbiamo aperto un tavolo col ministro Clini. La legge regiuonale 21 del 2012 già prevede che non si possa più costruitre nelle aree a rischio idrogeologico e questo vale in particolar modo per questo territorio. La seconda legge, proposta dall’assessore Ananrita bramerini, prevede che la manutenzione sia affidata a sei consorzi. L’intento è quello di estendere a tutti il contributo per il Consorzio Bonifica passando così da 60 a 100 milioni l’anno di contributo per la manutenzione dei corsi d’acqua che è cruciale. Queste due leggi saranno la base di partenza un accordo con il ministero dell’ambiente così da accedere ad un contributo di circa 600 mila euro per la prevenzione.»
Giovedi, oltre a sottoscrivere l’elenco delle opere di somma urgenza e degli enti incaricati di fare gli interventi, si indicherà anche un responsabile tecnico per gli enti locali e uno del genio civile che si occuperanno dei singoli progetti così da garantire la massima trasparenza.
«Stiamo lavorando con le banche per stabilire delle convenzioni in favore di chi ha subito danni. Fidi Toscana garantirà i prestiti facendosi carico dell’80% del rischio. Il tutto dovrà essere fatto il più rapidamente possibile. Chiederemo alle banche di far slittare di 18 mesi il pagamento dl capitale.»
«Il governo – prosegue Rossi – deve avere la consapevolezza che qui è andata distrutta un pezzo importante dell’agricoltura Toscana e nazionale. La coperta di Limo si è estesa distruggendo la possibilità di semina non solo per quest’anno.»
Per quanto riguarda il patto di stabilità sembra che il parlamento non possa permettere il superamento dei limiti per le spese d’urgenza, mentre sembrano esistere possibilità per gli interventi di carattere strutturale e preventivo. Rossi chiederà al Governo la proroga per altri sei mesi dell’accisa sui carburanti che tutti stiamo pagando per il terremoto dell’Emilia. Da questa potrebbero venire circa 500 milioni da mettere sul piatto.
Rossi conclude chiedendo una svolta sull’edificazione in certe zone «C’è tanto invenduto, tanto da ristrutturare, la legge dovrà prevedere che per costruire su nuovi terreni intonsi si sia esaurito tutte le altre possibilità di edificazione»
Alla domanda su come sia stata gestita l’emergenza maltempo nel comune di Orbetello rossi taglia corto con un No comment. «Noi possiamo ammetter gli errori – afferma – e possiamo anche capire la disperazione e l’esasperazione delle persone, ma c’è un limite a tutto. Èper uscire dalle difficoltà bissogna riprendere la strada del rispetto anche se qualcuno ha sbagliato. In questo caso il limite mi sembra sia stato superato»