GROSSETO – Dov’è finito il Grifone? Dopo la retrocessione in serie D, tolte le notizie sul calcio femminile e l’addio di Capaldi, sulla squadra di calcio cittadina è calato il silenzio. Ma a che punto siamo? Le uniche dichiarazioni a riguardo sono quelle del presidente Di Matteo, che ha ribadito più volte di non voler cedere la società e di lavorare per il futuro. Stesse parole ripetute anche dal nuovo direttore generale, Pierluigi Petritola, arrivato a metà maggio per sostituire Emilio Capaldi sollevato dall’incarico.
Ma cosa sta facendo davvero la società? Per scendere nei dettagli di quella che è purtroppo l’ennesima estate senza pace dei tifosi maremmani bisogna fare un passo indietro. Perché in questo momento la prima domanda che si pone la società è capire se ripartire dalla Serie D o provare a fare domanda di ripescaggio in Lega Pro dopo l’ultima retrocessione.
In questa situazione, però, continuano le tensioni sia tra una parte della curva e la nuova società sia tra la nuova società e parte della vecchia società. Se l’episodio accaduto qualche settimana fa nel ristorante del centro sportivo dava l’idea di un tentativo di furto più che di un vero atto vandalico, quello accaduto venerdì scorso testimonia una situazione che di tranquillo non ha proprio nulla. L’ex vicepresidente Simone Ceri, attuale socio di minoranza della nuova società, ha fatto visita al centro sportivo di Roselle con due amici, per riprendere, a quanto ha fatto sapere, divise e borsoni di sua proprietà. La situazione però si è innervosita e c’è stata una colluttazione con il nuovo magazziniere che, a detta di alcuni testimoni, ha subito una testata finendo al pronto soccorso. “Sono andato al centro sportivo con alcuni amici – ha spiegato Simone Ceri – per recuperare borsoni e completi che mi appartengono ma ho scoperto diversa roba non c’è più. Il nuovo magazziniere ci ha detto che non potevamo stare là e ci ha chiesto di andarcene” e a quel punto sarebbe nato il diverbio finito a quanto pare con una doppia denuncia. La società, ufficialmente, ha fatto sapere che riguardo ai fatti accaduti venerdì al centro sportivo “tutelerà la sua immagine e i suoi collaboratori in tutte le sedi opportune affidandosi totalmente alla Magistratura e agli organi di giustizia. Questo perché non è possibile tollerare in alcun modo il ripetersi di tali episodi, spiacevoli e imbarazzanti, che danneggiano non solo la società ma l’intera città di Grosseto”.
Sull’argomento è intervenuto questa mattina anche il Comune di Grosseto, con una nota a firma del sindaco Vivarelli Colonna e del vice sindaco Rossi. “Il calcio deve unire e non dividere. Abbiamo fatto degli sforzi incedibili – hanno spiegato sindaco e vicesindaco – per alzare il livello sportivo nella città, primo fra tutti il calcio con l’Us Grosseto che era sparita dopo la parentesi di Pincione. L’amministrazione è stata sempre parte attiva e fondamentale per la rinascita e per la realizzazione tre anni fa del centro sportivo. La squadra da anni gioca e si allena gratuitamente allo stadio Zecchini. Oltre alla nostra costante presenza e al nostro impegno per garantire alla città eventi sportivi di grandissimo livello. Non consentiremo che quanto costruito venga vanificato. Lo sport deve unire la città, il calcio, lo sport più seguito, deve rappresentare un fiore all’occhiello perché porta nelle maglie il Grifone di Grosseto. Nello sport lavoriamo per unire e non per distruggere”.
Intanto, parole a parte, la prossima vera data da considerare è quella del termine ultimo per l’iscrizione in serie D, fissato per le ore 18 di venerdì 15 luglio. Entro quella data il Grosseto dovrà aver presentato e formalizzato la richiesta di iscrizione; oltre a questo ci sarà da capire se la dirigenza biancorossa vorrà davvero tentare la via del ripescaggio in Lega pro, molto oneroso, oppure se si limiterà a mettere in piedi una squadra, definendo prima ancora lo staff tecnico e quello dirigenziale, per giocarsi la serie D. Al momento i tifosi biancorossi stanno ancora aspettando risposte.