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GROSSETO – Era il 1963 quando Pier Paolo Pasolini, girando per l’Italia alla ricerca di luoghi e volti per il nuovo film Il Vangelo secondo Matteo, volle conoscere – microfono alla mano – le opinioni degli italiani sulla sessualità, l’amore e il buon costume e vedere come fosse cambiata in quegli ultimi anni la morale del suo paese.
Le reazioni della “gente” a parole come “invertiti”, “prima volta”, “prostitute”, “divorzio” -filmate- dettero vita al discusso docu-film d’autore “Comizi d’Amore”, che è stato recentemente selezionato tra le “100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”.
Oggi, a distanza di quasi 60 anni, nell’anno in cui si commemora la nascita di Pasolini, il Liceo artistico Bianciardi di Grosseto compie un esperimento didattico e sociale che trae spunto dalla memoria di quegli anni e di quei tempi, per analizzare la nostra epoca, le opinioni provenienti dalla provincia grossetana.
Dallo studio e dal lavoro “giornalistico”, di “documentazione” e di post-produzione delle classi 2° A, 2° B, 2° C del Liceo artistico, guidate dal docente di Lettere Pasquale Iuzzolino, nasce “Comizi d’Amore 2.0”. Il documentario, di 16 minuti e ben realizzato se pur con strumentazione low-cost, pone -similmente all’originale- questioni ancora controverse e dibattute come l’omosessualità, l’omofobia, l’adozione alle coppie omosessuali, e simili.
Ne viene fuori uno spaccato sociale della provincia grossetana che offre un panorama ampio di opinioni diverse, contrarie e a volte contraddittorie, nelle quali si percepisce ancora una forte componente di pregiudizi e stereotipi, tra luoghi comuni e possibili aperture che coinvolgono o travolgono giovanissimi e anziani. Un lavoro che non esprime un giudizio definitivo, né prende posizione: mette in luce però la constatazione che – oggi dopo 60 anni – pur potendo parlare molto più liberamente di questi argomenti- non è stato compiuto quel generale salto di qualità culturale che renderebbe superfluo una ricerca o un approfondimento del genere su queste tematiche.
“Gli studenti, guidati dal prof. Iuzzolino, che ha tra i suoi hobby anche la cinematografia, hanno lavorato assiduamente per questo progetto che, oltre a far conoscere Pasolini come importante esponente dell’arte narrativa del ‘900, trae spunto dallo stesso profetico autore per trattare temi che rientrano nei percorsi formativi di cittadinanza, educazione civica o più semplicemente per l’analisi e comprensione della realtà”, concludono dal liceo.