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GROSSETO – 20 compro oro in provincia di Grosseto, otto dei quali nel capoluogo. Sono molte le attività che si occupano di compravendita, all’ingrosso o al dettaglio, o di permuta di oggetti preziosi usati.
Un lavoro delicato. Per questo la Polizia amministrativa ha effettuato una serie di controlli per scongiurare possibili fenomeni di abusivismo nel settore del commercio dei preziosi.
L’attività svolta dai compro-oro, da sempre oggetto di particolare interesse da parte delle forze dell’ordine, è stata ulteriormente controllata dal personale della Questura, nell’attuale periodo di difficoltà economiche, proprio per il pericolo che il momento di fragilità delle imprese e delle famiglie, potesse favorire il rischio di illegalità e speculazioni in genere. Infatti, a questi esercizi commerciali, potrebbero rivolgersi quanti sono costretti a vendere oggetti preziosi di famiglia per far fronte alle ordinarie esigenze; Inoltre, spiegano dalla Questura che non raramente accade che malviventi tentino di “monetizzare” il provento di furti cedendo la refurtiva alle predette attività economiche.
Per svolgere questa professione bisogna dotare il locale di specifici dispositivi di protezione passiva e attiva che garantiscano la sicurezza dei lavoratori e della clientela. L’idoneità viene attestata dopo un attento sopralluogo da parte di personale specialistico e le misure di sicurezza sono elencate nel provvedimento autorizzatorio del Questore.
Inoltre, occorre rispettare un rigido protocollo procedurale e normativo con lo scopo di regolare l’attività degli operatori compro oro, mediante la tracciabilità della compravendita e della permuta degli oggetti preziosi usati.
L’esercizio dell’attività di compro oro è dal 2018 riservata agli operatori iscritti nel registro degli operatori compro oro, all’uopo istituito presso l’OAM (Organismo degli Agenti in Attività Finanziaria e dei Mediatori Creditizi).
La finalità è quella di rendere tempestivamente disponibile a tutte le forze di polizia i dati e le informazioni riguardanti ogni singolo operatore compro oro e censirne stabilmente il numero e la tipologia con lo scopo di contrastare sempre più efficacemente le attività criminali riconducibili alle attività di compravendita di oro e oggetti preziosi non praticate da operatori professionali.
L’iscrizione a tale registro è subordinata al possesso della licenza per l’attività in materia di oggetti preziosi rilasciata dal Questore; infatti chiunque esercita un’attività di compro oro, che sia il titolare o un collaboratore, oltre a possedere requisiti di buona condotta, deve essere immune da precedenti di polizia.
Infatti, la polizia amministrativa ha riscontrato, durante le verifiche, che le attività fossero effettivamente condotte dal titolare della licenza o dal rappresentante poiché potrebbe accadere che questi risultino invece semplici “prestanome”, utilizzati per aggirare normative che avrebbero impedito la concessione della licenza a colui che realmente esercita il commercio.
Per appurare eventuali manomissioni degli strumenti di peso nel corso delle ispezioni presso i negozi di “Compro Oro” il personale operante ha portato con se’ un oggetto metallico, del quale hanno preventivamente verificato con esattezza il peso, per riscontrare, in via speditiva, eventuali incongruenze ed inesattezze con quello rilevato con lo strumento di misurazione presente presso l’esercizio commerciale.
Ulteriori verifiche sono state eseguite sulla presenza e regolare tenuta del registro delle operazioni giornaliere e la corretta trascrizione dei vari acquisti eseguiti
Infatti, chi è impiegato nella gestione dell’oro usato deve documentarne le operazioni di acquisto, vendita e conto vendita e questo avviene attraverso un registro telematico che ha sostituito nel tempo quello cartaceo; deve essere conservato ogni dato circa il materiale prezioso acquistato, indicandone il tipo, la quantità e la provenienza (da privato o società sussiste sempre l’obbligo di identificare chi propone l’operazione di compravendita), descrizione delle caratteristiche e almeno due fotografie in formato digitale dell’oggetto prezioso, importo corrisposto e il mezzo di pagamento usato. Quello dell’identificazione è uno specifico adempimento necessario per assicurare la legittimità e la tracciabilità degli scambi.
Le informazioni devono essere conservata per un periodo di 10 anni per favorire l’accessibilità di ufficiali e agenti di pubblica sicurezza. Ai fini della piena tracciabilità dell’oggetto dovrà poi essere documentata anche la sua eventuale successiva cessione ad altro operatore professionale.
In considerazione delle informazioni registrate durante ogni operazione di compravendita e permuta, i documenti in possesso dei compro oro rivestono particolare importanza per la polizia di stato anche in chiave investigativa. Sono stati numerosi, infatti, i casi in cui l’analisi delle schede di vendita anche di anni precedenti ha consentito di dare il decisivo impulso alle indagini su furti in abitazione e di risalire anche agli autori o comunque a tutte quelle persone che hanno partecipato attivamente alla consumazione del fatto reato.
Le verifiche non hanno accertato violazioni di carattere amministrativo, mentre tra coloro che avevano venduto preziosi figuravano soggetti con precedenti, nei confronti dei quali sono in corso ulteriori accertamenti, mentre i rivenditori hanno mostrato circa mille foto di oggetti di valore.