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GROSSETO – Si chiamava Giovanni Perin ed era nato nel 1916 a Grosseto. Fu deportato in Germania, prima nel campo di concentramento di Dachau e successivamente a Sachsenhausen.
La scoperta emerge dalla ricerca fatta dal triestino Claudio Cassetti insieme al pisano Iacopo Buonaguidi e al viareggino Francesco Bertolucci che sarà pubblicata a fine aprile nel libro “Gli Italiani a Sachsenhausen” (disponibile su www.deportatiberlino.it) e che porta alla luce quanti siano stati gli italiani e le italiane deportate dentro al “campo modello” delle SS. Tramite le testimonianze dei vari deportati italiani e le fonti certificate, nel libro è stata ricostruita inoltre la loro vita all’interno del campo.
Dalla loro ricerca emerge che erano almeno 24 i toscani tra gli oltre 500 italiani che sono stati deportati nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino Berlino durante la seconda guerra mondiale. Uno di loro, Giovanni Perin, proveniva dalla provincia di Grosseto mentre gli altri toscani dalle province di Firenze (6), Lucca (6), Siena (3), Pistoia (2), Pisa (2), Massa Carrara (2), Arezzo (1) e Livorno (1).
I tre autori sono riusciti a creare questa lista, che fino ad oggi era solo parziale: non era ancora stato fatto uno studio approfondito ed esclusivo per gli italiani.
«Alcuni italiani hanno iniziato il calvario della deportazione – spiegano gli autori -, che li ha portati poi a Sachsenhausen passando per altri campi, venendo imprigionati nelle carceri fiorentine e nel campo di Renicci».
«A seguito della ricerca, l’ambasciata italiana di Berlino insieme ad Aned ha deciso di commissionare all’artista tedesca Anna Kaufmann una targa commemorativa fino ad oggi mancante per i nostri connazionali che sono stati deportati dentro al campo di Sachsenhausen. La targa, che sarà messa al fianco di quelle fatte da altre nazioni in passato in memoria dei loro deportati, sarà inaugurata e installata dentro al campo di concentramento domenica 1 maggio 2022, giornata in cui cade l’anniversario della liberazione del campo».