GROSSETO – “Il pacchetto di misure per l’agricoltura varato una settimana fa dalla Commissione europea è una prima risposta per limitare le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, ma non basta”, dichiara il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi.
“Con esse riusciremo a contenere l’aumento dei costi di produzione ed aumentare i raccolti di cereali e colture proteiche, ma le misure non sono sufficienti perché servono nuovi interventi per contribuire ad evitare situazioni di crisi alimentare a livello internazionale”.
Secondo le stime della Commissione europea, le esportazioni di grano dall’Ucraina potrebbero ridursi di circa 20 milioni di tonnellate nella campagna di commercializzazione 2022-2023. L’export ucraino incide per il 10% sul mercato mondiale del grano. Per il mais si sale al 15%. I Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente sono particolarmente dipendenti dai raccolti dell’Ucraina per soddisfare il fabbisogno alimentare interno.
“In questo quadro fortemente critico – spiega Tocchi – l’Unione europea è chiamata a salvaguardare tutto il potenziale produttivo dell’agricoltura e la flessibilità autorizzata quest’anno dovrà essere estesa anche al 2023”.
Il presidente Tocchi allarga l’orizzonte e auspica come a livello internazionale vi sai una limitazione del ruolo che i “futures” sui prodotti agricoli stanno avendo sull’andamento delle quotazioni reali. “Quelli afferenti al grano – va avanti – hanno fatto registrare un aumento del 70% dal 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina. Pertanto mi aspetto che il Consiglio europeo affronti in maniera seria il tema della riduzione delle dipendenze strategiche della Ue in settori sensibili, tra cui i prodotti alimentari”.
Quanto alle misure adottate dal governo con il Dl Ucraina il presidente di Confagricoltura Grosseto parla di “primo segnale in risposta alle sollecitazioni del mondo agricolo”.
In particolare Tocchi mette in luce i risultati raggiunti grazie al lavoro e alle richieste di Confagricoltura. “E’ il caso dell’intervento sulla rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea che permette alle imprese agricole di sostenere la continuità produttiva rinegoziando le esposizioni bancarie per un periodo di rimborso fino a 25 anni. Bene il credito d’imposta a beneficio delle imprese, richiesto più volte dalla Confederazione. Con questa misura – spiega – gli interventi già previsti per le aziende energivore (per i consumi di elettricità e di gas) sono estesi anche alle imprese agricole. In particolare, per i consumi elettrici sono interessate le realtà con contatori di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW.”
Anche il credito d’imposta per l’acquisto di carburante per agricoltura e pesca è stato richiesto da Confagricoltura. In sintesi, per il gasolio utilizzato dalle macchine agricole si abbassano i costi con uno specifico credito di imposta, pari al 20%. “L’intervento – evidenzia il presidente Tocchi – si limita tuttavia al carburante effettivamente utilizzato nel primo trimestre solare dell’anno 2022, senza tenere conto che le operazioni in agricoltura iniziano effettivamente nelle prossime settimane. Inoltre, non sono contemplati i consumi degli altri comparti, come l’allevamento, le serre, ecc. Naturalmente non ci fermeremo qui e saremo presenti e attenti al dibattito parlamentare per rendere il decreto ancora migliore”.