Ascolta “La figlia d’Europa: episodio 4 – Giustizia” su Spreaker.
GAVORRANO – Per la terza volta il padre di Elena Maestrini nella giornata di oggi ha protestato davanti all’ambasciata spagnola a Roma, ma anche questa volta le porte dell’edificio non si sono aperte per ascoltare un padre che ha perso la sua unica figlia e dal 2016 chiede giustizia.
In questi giorni IlGiunco.net ha parlato spesso della tragedia Erasmus, perché dopo sei anni, tre tentativi di archiviazione da parte della magistratura spagnola e ancora nessun processo al via, i genitori delle 13 vittime dell’incidente chiedono di tenere alta l’attenzione sul caso.
La profonda delusione dei familiari per l’estrema lentezza della magistratura spagnola è anche accompagnata dall’amarezza per l’assenza delle istituzioni italiane al loro fianco: «Le istituzioni italiane potevano fare di più soprattutto per scongiurare che un incidente simile non accadesse più – dice il padre di Elena -. I giovani di oggi devono tornare a fare l’esperienza Erasmus, ma in sicurezza. Invece a livello normativo sulla sicurezza stradale non si è mosso niente».
«Ho fatto tutto quello che potevo fare» – afferma Gabriele Maestrini al telefono in collegamento da Roma, dove ha distribuito anche alcuni volantini con un suo comunicato stampa a chi si è fermato a chiedere il motivo della sua protesta. Anche i giornali nazionali in questi giorni che ruotano intorno all’anniversario sono tornati sul caso.
«In questi giorni – dice Gabriele Maestrini – si è un po’ rispolverato la memoria dei media e delle persone, ma domani è un altro giorno e si penserà ad altro. È normale, ma più passa il tempo più la gente dimentica l’accaduto».
«Dopo sei anni – conclude – non si sa ancora come e quando inizierà il processo e noi siamo sempre qui, fermi al 20 marzo 2016 ad attendere risposte».
Il Giunco.net ha prodotto un podcast in quattro puntate che racconta la tragedia Erasmus. Lo potete ascoltare QUI