Ascolta “CHICCHE DI MAREMMA – Puntata 7 – La leggenda della bella Marsilia” su Spreaker.
MAGLIANO IN TOSCANA – Nonostante i secoli e le intemperie vissute, la Torre della Bella Marsilia, sui monti dell’Uccellina, resiste fiera come l’anima della giovane che vi crebbe e dalla quale ha preso il nome.
Siamo nel ‘500, e la Torre della bella Marsilia è parte di uno dei castelli più belli della Maremma, dimora della ricca e potente famiglia dei Marsili. Il castello è immerso nella fitta macchia mediterranea e affaccia sul mare. In questo ambiente incantevole, cresce Margherita, detta la bella Marsilia, figlia di Nanni Marsili. Margherita è stupenda, ha una fitta e fluente chioma rossa e dei meravigliosi occhi viola.
Un giorno, sopraggiunta la notte, il libeccio inizia ad urlare con tanta furia e il mare a ruggire con tanta ferocia: chi mai si sarebbe potuto avventurare sui monti dell’Uccellina in una serata d’inferno come quella?
Ma monostante il maltempo, un gruppo di corsari riesce ad arrampicarsi su per le scogliere. Non erano dei pirati qualunque: il gruppo, infatti, era guidato dal malvagio Ariodemo Barbarossa.
I corsari sbarcano inosservati tra le insenature di Cala di Forno, probabilmente favoriti dalla foschia. Una volta scalati gli scogli, si avvicinano al castello, dove tutti stanno dormendo. Riescono a scavalcare il ponte levatoio ed entrano all’interno delle mura: qui iniziano la loro spietata carneficina.
Solo Margherita, all’epoca sedicenne, riesce a sopravvivere alla furia corsara. E non certo per pietà: così giovane e bella, dai pirati viene vista subito come il tesoro più prezioso del bottino. “Bisogna tenerla al sicuro, nessuno le faccia male – dice Barbarossa -. Solo se si mantiene sana e in buona salute possiamo venderla a Solimano I”, che all’epoca era il sultano dell’Impero Ottomano.
Saccheggiato tutto quello che si poteva saccheggiare, distrutto tutto quello che si poteva distruggere, i pirati legano e imbavagliano la povera Margherita e la portano via alla volta di Costantinopoli.
Durante il viaggio Margherita si fa forza e mostra tutto il suo coraggio: si ribella più volte ai pirati, rifiuta il cibo e giura a se stessa che si sarebbe vendicata.
Una volta giunti a Costantinopoli, Barbarossa porta Margherita al sultano: “E’ di una bellezza sconvolgente”, dice Solimano.
Margherita intuisce subito il potere del suo fascino sul sultano e ne approfitta. Solimano I la sposa e dal loro matrimonio nascono cinque figli.
Passati gli anni, Margherita decide che è arrivato il momento della sua vendetta: prende del veleno e, con una scusa, lo fa ingerire al primogenito del sultano, che aveva avuto dalla precedente moglie. Il giovane erede al trono muore: Margherita ha vinto, spianando la strada al suo primogenito, che diventerà sultano dell’Impero Ottomano.
Come spesso accade in questi casi, la storia si intreccia con le leggende. Infatti molti studiosi pensano che la sorte di Margherita, effettivamente rapita e della quale non si ebbero più notizie, venga confusa con quella di Rosselana, una ragazza ucraina rapita e portata nell’harem di Solimano I nello stesso periodo della scomparsa della giovane Marsili. Altri invece sostengono che le due figure coincidano, e che effettivamente Rosselana fosse Margherita, chiamata in seguito così per i suoi capelli rossi.
Ma torniamo alla favola, e torniamo in Maremma. Margherita, morta lontana dalla sua terra, ogni sera, al tramonto, fa visita al suo castello. Quando la luce rossa del calar del sole si scaglia sugli scogli, pare che una gran chioma fiammeggiante fluttui nel vento e lambisca le vecchie pietre della torre, mentre giù sotto, nel mare, le onde si fan viola come gli occhi della bella Marsilia.
Fonte: www.parco-maremma.it – tuttatoscana.net