GROSSETO – «Chi protesta viene portato via» così Gabriella, grossetana, racconta quanto le ha raccontato la nipote di un’amica russa, durante una lunga telefonata (Photo by Michael Parulava on Unsplash).
Gabriella la Russia la conosce bene, ci ha trascorso sei anni della sua vita, tra il 1958 e il 1964. Ha frequentato l’università Lomonosov di Mosca e per sei anni ha vissuto a stretto contatto con le sue compagne di corso e le loro famiglie. Amicizie che si sono mantenute negli anni, sino ai giorni nostri.
«Mi ha chiamato la nipote di una mia compagna di studi – racconta – non ci siamo sentiti per diversi giorni perché i collegamenti erano interrotti e non potevano telefonare. Mi ha raccontato che ieri un gruppo di donne che manifestava in piazza è stato caricato e portato via dalla polizia. In molti sono stati incarcerati in questi giorni. Molti russi sono contro questa guerra».
«La gente ha paura» prosegue Gabriella. «Io ho chiesto se volessero venire qui in Italia, ma la ragazza mi ha risposto “Non siamo così vigliacchi, restiamo e vediamo cosa succede” credo che sperino che succeda qualcosa, che magari Putin venga rovesciato e vogliono esserci per fare la propria parte. Ma non è detto che succeda o che riescano nel loro intento».
Per quanto riguarda le sanzioni al momento la popolazione non ne subisce ancora gli effetti. «Ma il clima non è buono».
In quegli anni trascorsi in Russia il presidente era Nikita Chruscev. Gabriella racconta: «Ricordo che la realtà sociale era discreta: la sanità, il diritto al lavoro, la casa per tutti. Gli stipendi non erano altissimi ma consentivano di vivere, anche perché non c’erano negozi di lusso. Però c’era un unico partito, il presidente del partito era anche a capo del Governo, non c’erano sindacati, e tutto questo era insopportabile. Era impossibile andare all’estero, era uno stato chiuso in se stesso. Ricordo una volta a casa di un amico il padre disse “certo mi piacerebbe andare all’estero” e la moglie rispose “tanto non avremmo i soldi per farlo”».
Poi Gabriella commenta la guerra in corso: «Di Putin penso tutto il peggio che si possa pensare, ma non stimo neppure il presidente dell’Ucraina: avrebbe dovuto fare qualcosa prima di arrivare a questo punto».