CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – I pescatori hanno tirato in barca le reti e incrociato le braccia. Dopo il fermo del fine settimana sarebbero potuti tornare in mare, ma non lo hanno fatto proclamando uno sciopero che andrà avanti per una settimana.
La protesta dei pescatori di Castiglione della pescaia (e non solo) parte dal caro gasolio, che fa salire alle stelle le spese per una pescata. Il gasolio è arrivato a costare 1,10 euro al litro «Per uscire in mare servono 6-700 litri al giorno. Tra stipendi e carburante una giornata di lavoro costa oltre mille euro» racconta Giuseppe Temperani.
Una settimana senza pesca e pesce. Ma il problema del caro gasolio è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che si aggiunge agli aiuti di Stato in ritardo di due anni, ma anche alla gestione dei fermi di pesca. «Il fermo può essere una risorsa per la pesca, perché si da il modo di riprodursi, ma andrebbe condiviso nelle varie zone. E quando c’è il fermo lo devono rispettare tutti, non solo lo strascico, compresa la pesca sportiva» afferma Adolfo Ciampoli alla quarta generazione di pescatori.
«La pesca a strascico è stata negli anni criminalizzata, ma tutte le pesche sono dannose se non fatte seguendo le regole. La pesca in Italia è in crisi perché non ci siamo adeguati ai tempi che sono cambiati. Il pesce che peschiamo qui in Toscana è sano e non trattato, per questo i pescatori andrebbero tutelati. Noi siamo una risorsa» (interviste video di Giuseppe Licciardi).