GROSSETO «Installare l’ennesima panchina rossa – dichiarano le coordinatrici delle donne Cgil e Spi – può apparire oramai un gesto scontato, ma non è così. Casomai è la conferma del fatto che “la panchina rossa” per eccellenza è diventata finalmente un simbolo riconosciuto e condiviso, al quale peraltro fa riferimento purtroppo ancora un vasto mondo di soprusi, violenze e disparità di trattamenti nei confronti delle donne che la Cgil, tutta, continua a voler contrastare.
Dopo aver contribuito a installare tante panchine rosse in molti altri luoghi della città, quella che metteremo martedì mattina in via Repubblica Dominicana, vicino alla nostra sede vuole essere si un atto di rifiuto della violenza di genere ma anche simbolo di memoria per tutte le vittime che ci sono state. Collocarla vicino alla nostra sede, in un luogo dove quotidianamente si avvicinano centinaia di persone ha lo scopo di ricordare ma anche di evidenziare ancora una volta come tutti i fenomeni di disuguaglianza di genere e violenza debbano essere contrastati.
Le forme di violenza sono molte, quella fisica è sicuramente quella più eclatante, ma generalmente è anche l’ultima parte di un percorso di soprusi, ricatti psicologici ed economici a cui la vittima è sottoposta. Nel nostro paese il gap tra tasso di occupazione maschile e femminile è aumentato ancora, e oggi supera il 18%. Il che significa che in Italia una donna su due non lavora.
Abbiamo il tasso di part time involontario nei settori dei servizi – cioè quelli maggiormente femminilizzati – tra i più alti d’Europa, i contratti delle donne sono prevalentemente a termine, ed i loro salari e pensioni sono mediamente inferiori del 20% rispetto a quelli già bassi degli uomini.
Abbiamo, pertanto, alle spalle anni durissimi soprattutto per le donne che, proprio in seguito alle restrizioni imposte dalla pandemia, sono state sempre più oggetto di episodi di violenza e maltrattamenti solitamente da parte del proprio marito, fidanzato o convivente.
Nel solo 2021 in Italia sono state uccise 118 donne, praticamente una ogni tre giorni, e anche la nostra provincia non è stata estranea a questi fenomeni.
La giornata internazionale della donna, che si celebra l’otto marzo, ci porta a ribadire la nostra ferma opposizione alla violenza maschile sulle donne e a qualunque discriminazione o violenza di genere.
Nonostante il rischio che questa ricorrenza sia avvertita semplicemente come un appuntamento rituale, nel mondo reale le donne tutte continuano a pagare maggiormente le conseguenze della crisi economica prima, della pandemia e delle guerre scatenate dagli uomini poi.
È importante che tutte coloro che si sentono vittime di violenza/ discriminazione facciano un ulteriore atto di forza e amore per loro stesse e che chiedano aiuto superando le minacce e le paure».