GROSSETO – La neonata associazione “Movimento in Maremma” interviene sul tema della Società della Salute e della sua possibile abolizione
«Si parla di abolizione – dice Fulvia Perillo (nella foto), Presidente Associazione “Movimento in Maremma” – senza rendersi conto che il Coeso prima e la SdS successivamente, sono state tappe di un percorso indispensabile per una più agevole gestione dei servizi sociali e , quello che più va sottolineato, la loro integrazione con l’ambito sanitario, tanto più utile in una zona come la nostra caratterizzata da una altissima età media della popolazione».
«Movimento in Maremma si trova pertanto perfettamente in linea con la posizione della Consigliera Regionale Lucia Matergi».
«Solo una assoluta sinergia tra i Comuni e le Aziende Sanitarie, che si chiami Società della Salute o si decida di cambiarne il nome, potrà garantire quella parte di prestazioni in cui sanitario e sociale si intrecciano in modo quasi inscindibile».
«Le risorse, così scarse in questo periodo, per essere ottimizzate non possono prescindere dalla conoscenza che può derivare solo da uno scambio di notizie sulle priorità, le esigenze e i cambiamenti della popolazione in ambito socio-sanitario. La percezione delle Amministrazioni Comunali sulle necessità degli abitanti del proprio territorio è senza dubbio fondamentale, ma sarà ben difficile creare autonomamente percorsi incisivi se il punto di vista dei Comuni non verrà adeguatamente condiviso con le Aziende Sanitarie».
«L’associazione Movimento in Maremma, avendo tra i suoi obiettivi l’attenzione alla parte fragile e svantaggiata della popolazione, in qualità di semplice osservatorio che vuole però essere stimolo costruttivo, sottolinea quindi la necessità di proseguire il cammino di integrazione tra il sociale e il sanitario fatto in questi anni, nell’ottica del risparmio e nel contempo del miglior servizio ai cittadini».