SANREMO – Ecco le pagelle del Giunco.net per la seconda serata.
Sangiovanni 6. Senza infamia e senza lodi. Il ritmo c’è, il testo è poca cosa ma ci si può accontentare. Alla fine, soprattutto al debutto, meglio non strafare e portare a casa una buona prestazione. Corto muso.
Giovanni Truppi 4. Due questioni: ma tra il padre, la madre e Lucia una camicia gliela potevano regalare, no? Inoltre, conosco un sacco di gente che mi consiglia di ascoltare Truppi. A questo punto devo seriamente interrogarmi sulle mie frequentazioni. Colui che non può essere nominato.
Le Vibrazioni 6. Si sa, sono un fiore delicato. Croce e delizia. Capolavori e poca roba. Partono bene, ma devono aggiustare qualcosa. Stevan Jovetić.
Emma 7. Qualità e talento. Si vede che l’Ariston (da concorrente) le sta un po’ stretto. Domina la scena, non sbaglia una nota dal ’78 e fa sponda con la Michielin. Poi va nel camerino e leva la sieda a 8/9 “competitors”, lasciandoli in piedi per i prossimi sei mesi. Angela Merkel.
Matteo Romano 6. 19 anni. C’è chi, a quell’età, non riesce a far evolvere Bulbasaur o a indovinare un congiuntivo neanche per sbaglio. Lui, invece, canta a Sanremo e si difende benino. Promosso senza debito.
Iva Zanicchi 6. Ex deputata del Parlamento europeo e ora sul palco di Sanremo. Mettiamola così: se il 70 per cento della nostra classe dirigente passasse dagli scranni della Camera e del Senato alla musica, sarebbe cosa buona e giusta (per l’Italia, soprattutto. Meno per Spotify). Apicella.
Ditonellapiaga e Rettore 5. Di “chimica” ce n’è poca. Mi aspettavo che una delle due si portasse via tutta la Carica dei 101 da un momento all’altro. Il dito è nella piaga… e nell’occhio. Crudelia De Mon.
Elisa 5.5. Peccato, perché sarebbe brava. Sembra uscita da Gran Burrone, scordandosi (tra l’altro) il talento. Qualche freccia alla fine la mette a segno, ma non è Legolas. Peregrino Tuc.
Fabrizio Moro 8. Diffonde luce e bellezza. Pare che volesse cantare a dorso nudo come Achille Lauro. È stato fermato però dal reparto Rianimazione di Sanremo. Filantropo.
Tananai 4.5. Il pezzo è debole. Ha collaborato con Fedez e Jovanotti, ma niente di serio. Giacomo Poretti.
Irama 5. L’anno scorso, perché positivo, non salì mai sul palco dell’Ariston. E niente, Amadeus ha voluto richiamarlo. Sadico.
Aka 7even 6. Alla fine, ci sta. Non è un fenomeno, ma non sparisce. Tiene botta e mostra un completo invidiabile (sì, adoro quella sfumatura pacchiana). Stilista.
Highsnob e Hu 5.5. La seconda è un po’ anonima. Il primo cantava con il buon Junior Cally in passato. E questo è un punto a suo favore. Problema: si è tatuato il proprio nome d’arte sul sopracciglio. L’ego scorre a grappoli. Sigmund Freud.