GROSSETO – Un punto di ascolto e di aiuto virtuale per ragazzi gestito dai ragazzi stessi. Nasce con queste caratteristiche la seconda parte del progetto Youngle Samedi, che partirà dalla provincia di Siena per estendersi poi alle province di Arezzo e Grosseto, finanziato dal Ministero dell’Interno con i fondi Fami e realizzato da Coeso – Società della Salute con l’Azienda Asl Toscana Sud Est e l’Università degli studi di Siena.
Il nome “Youngle” deriva dall’unione delle parole young, giovani, e jungle, giungla e l’obiettivo del progetto è quello di aiutare i ragazzi a sentirsi supportati e ascoltati durante il periodo della pandemia, difendersi dalle trappole presenti nella “giungla” dell’adolescenza e della rete e favorire l’integrazione multiculturale nei giovani di seconda generazione. Tramite l’app “Youngle”, scaricabile da Google Play e Apple Store, è possibile chattare in forma totalmente anonima e sicura con coetanei, appositamente formati per gestire questo servizio. Lachat sarà attiva dal 24 gennaio, dalle ore 21 alle 23, e il percorso potrà essere seguito anche attraverso i social.
Nel progetto sono stati coinvolti oltre 400 studenti delle scuole superiori. Il centro Youngle Siena è stato creato dagli stessi ragazzi, dopo un selezione ed un importante percorso di formazione con gli psicologi della Ausl sud est, in collaborazione con la cooperativa sociale ReteSviluppo, che ha preparato i peer su argomenti quali psicologia digitale, ascolto online, relazioni affettive, autostima, disagio a scuola e in famiglia, discriminazioni e integrazione multiculturale, ansia e paure particolarmente presenti nel mondo giovanile in tempi di Covid19.
“Siamo un gruppo di ragazzi – così si definiscono i peer educator – con l’obiettivo comune di aiutare altri ragazzi grazie all’utilizzo di Youngle, una chat anonima e gratuita”. Con la app, aggiungono i giovani lanciano un invito ai loro coetanei: “…sarà possibile di problemi, paure, sogni o di qualsiasi cosa vogliate”.
I ragazzi hanno anche aperto un profilo instagram (younglesiena) https://www.instagram.com/younglesiena/, dove trovate i post del gruppo con l’intento di essere influencer di messaggi positivi tra i giovani.
“Se un ragazzo ha bisogno di aiuto – dice Francesca, peer educator di Siena – può rivolgersi in anonimo a noi: in un mondo in cui parlare dei nostri problemi con gli adulti può essere vissuto come una difficoltà, penso che ci sia bisogno di un’ancora a cui appoggiarsi, senza paura di essere criticati. Inoltre il lavoro di squadra aiuta molto e, dando supporto agli altri, capisco di maturare anche io”.
Le fa eco Matilde, che sottolinea: “È stato un percorso lungo e faticoso, ma è passato in fretta! Adesso ci siamo, pronti a partire in questa avventura con la voglia di stare insieme e poter aiutare ragazzi come noi”.
Per Simone il progetto Youngle: “…è un modo per aiutare altri ragazzi come noi e fare qualcosa di importante, oltre a crescere noi stessi, avendo delle responsabilità e trovandosi a confronto con realtà e situazioni particolari”.