di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Combattere la direttiva Bolkestein, con ogni mezzo lecito e possibile. Il messaggio arriva forte e chiaro, la protesta dei balneari non si fermerà, anzi, è solo all’inizio e a breve entrerà nel vivo. Un appello lanciato direttamente durante l’iniziativa che si è svolta presso la Camera di Commercio di Grosseto, a cui hanno aderito gran parte dei gestori degli stabilimenti balneari del litorale maremmano. «Siamo pronti, perché ne va del nostro futuro – dice Walter Maretti, presidente provinciale del Sib (Sindacato italiano balneari) -, siamo tutti sulla stessa barca che sta affondando». Un segnale di unità e solidarietà contro una direttiva che punta alla libera circolazione dei servizi, con la possibilità, per chi si sposta da un altro Paese, di attuare le regole della propria Nazione di origine, con tutto ciò che ne consegue. Il timore di una scarsa protezione sociale è il primo spauracchio a cui si unisce la preoccupazione per l’avvento di possibili multinazionali interessate al prodotto. Un problema che nel caso degli operatori balneari è amplificato dall’obbligo di concorrere, mediante asta pubblica, per ottenere le concessioni demaniali.
«Occorre innanzi tutto fare informazione sul problema – spiega Simone Baldassarri, vicepresidente di Ascom Confcommercio -, il cittadino vede gli operatori balneari come una casta, mentre ci sarebbe bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. Da parte di Confcommercio c’è la volontà di affiancare le iniziative di informazione e stimolare una discussione sulle possibili soluzioni».
Un appello in parte raccolto da Graziano Giannessi, presidente regionale del Sib che si spinge oltre: «dal punto di vista economico, dovessero crollare gli stabilimenti balneari, sarebbe un disastro. Oggi rappresentiamo la prima diga di protezione al declino turistico del territorio. E’ opportuno combattere le scelte scellerate e questa direttiva che rischia di rovinare molte famiglie. Dobbiamo intervenire nelle opportune sedi, è importante, ad esempio, ottenere un parere vincolante da parte delle Regioni. La Toscana, ancora non ha mai preso una posizione chiara in merito. Serve un’azione forte per invocare una posizione politica in relazione al problema, una posizione che consenta di salvare gli oltre 900 stabilimenti balneari».