GROSSETO – «Una catastrofe si sta per abbattere sul mondo della scuola con le misure del DDL Stabilità» La denuncia arriva da Fare Grosseto: «Presto i supplenti non saranno più chiamati, anche nella nostra provincia. È noto come la scuola viva da tempo in grande sofferenza a causa dei tagli agli organici (classi definite “pollaio”, bambini e ragazzi senza insegnanti e senza poter godere dei diritti di assistenza e di formazione, discontinuità didattica) e di decisive distrazioni rispetto alle condizioni di vita e di lavoro delle risorse umane – continuano da Fare Grosseto – È inconcepibile che dopo i pesantissimi interventi sulle pensioni e buonuscita, sui contratti che non vengono rinnovati dal 2009 e che resterebbero in stand by fino al 2014, sugli scatti di anzianità che devono essere ancora erogati sulla base di precisi impegni assunti anche da questo Governo, si abbia il coraggio di intaccare, con la legge di stabilità, in maniera unilaterale, l’istituto contrattuale che regola l’orario di lavoro e sovraccaricare la struttura oraria dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di ben sei ore settimanali.»
«Il governo Monti aveva promesso di rimettere al centro dei processi di crescita il sapere e l’istruzione ed invece nell’ultima ennesima manovra economica il governo chiede al Miur di tagliare di 183 milioni di euro il proprio bilancio. Per ottenere questo risparmio di spesa si chiede ai docenti di incrementare del 30% l’orario di lavoro a parità di salario. Le ore lavorate in più serviranno ad evitare di chiamare i supplenti – spiegano dal gruppo grossetano – Non è vero che gli insegnanti lavorano solo 18 ore, perché si dovrebbe calcolare anche il tempo necessario per preparare e correggere i compiti, i consigli di classe, i collegi docenti, i ricevimenti, etc.. Senza considerare il fatto che in Italia ci sono gli stipendi tra i più bassi d’Europa, superiori solo a Grecia e Portogallo».
Fare Grosseto, infine, ribadisce: «L’aumento delle ore di lavoro per i docenti stabili porterà inevitabilmente al taglio dei supplenti. L’effetto immediato della nuova disposizione sarebbe la cancellazione degli spezzoni orari, delle supplenze temporanee e dei corsi di recupero assorbiti dal nuovo regime orario. Per dare altre cifre, tanto per far capire l’entità del danno, in termini di perdita di posti il saldo sarà di almeno 25.000 cattedre per i posti comuni e di altre 4.000, se la norma venisse estesa anche al sostegno. Un terremoto, questo, che avrà conseguenze pesantissime anche nella nostra provincia».