GROSSETO – Gestiva oltre 100 conti di gioco su diverse piattaforme on-line, decine dei quali intestati ad altri ignari cittadini. In questi conti sono transitati oltre 5 milioni di euro nel corso degli ultimi anni, con connesse violazioni economiche ed antiriciclaggio. È quanto ha scoperto il gruppo Pef (il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza) approfondendo un’indagine partita da una “segnalazione di operazione sospetta”.
È questo uno dei tanti controlli sul gioco on line e d’azzardo effettuato dalla Guardia di finanza «un contesto molto delicato e complesso, anche per i volumi di denaro che circolano e la provenienza alle volte dubbia, nonché per i rischi legati a reati di evasione fiscale-riciclaggio, frode informatica e finanche sostituzione di persona» afferma il comandante provinciale Cesare Antuofermo.
Sul territorio, la Compagnia di Grosseto e le Tenenze di Follonica e Orbetello hanno effettuato controlli in decine di “punti di gioco”, verificando la correttezza degli impianti, la corretta registrazione dei dati e dei titolari dei conti, la puntuale osservanza degli adempimenti previsti dalla disciplina antiriciclaggio. Non sono emerse specifiche irregolarità; tuttavia, una di queste attività (un negozio per servizi al pubblico), pur in regola per la disciplina del gaming, è stata sanzionata per il mancato rispetto della recente disciplina anticovid, in quanto – nonostante i vari avvisi sulla stampa, plurime informative sui siti pubblici e anche da parte delle associazioni di categoria (con le quali c’è un costante rapporto di collaborazione) – il dipendente presente era sprovvisto di green pass.
Le attività di controllo della Guardia di Finanza nel delicato contesto del “gioco”, e connesso contrasto alle violazioni antiriciclaggio ed economiche, «proseguiranno nei prossimi giorni anche atteso il periodo di festività, sia come prevenzione e deterrenza per le frodi e violazioni più gravi, sia per tutelare i cittadini, soprattutto quelli più fragili che rischiano di dilapidare interi stupendi e patrimoni familiari».