GROSSETO – “Il desiderio che condividiamo è che queste giornate spariscano, sfumando come un appuntamento che non ha più senso”, così si legge in una nota del team di #solounminuto, la campagna di sensibilizzazione partita nel 2017 a Grosseto su iniziativa di Lorella Ronconi a sostegno dell’autonomia, della mobilità e dell’accessibilità delle persone disabili, per oggi, 3 dicembre, in cui ricorre la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.
“In questa attesa rinnoviamo l’appello, il grido, la richiesta per una giustizia espansa, allargata come una abbondante coperta che raggiunga tutte le parti esposte alla fragilità – prosegue la nota -. La campagna di #solounminuto vuole aiutare la gentilezza, nascosta o latente delle persone, a mettere fuori il naso dal guscio invisibile, ma sempre più opprimente dell’individualismo. Questa giornata è stata promossa dal Ministero della Cultura e questo ci suggerisce che il messaggio è rivolto a tutti i cittadini. Dal 2006 leggiamo e rileggiamo l’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità:
Art.1 – Scopo
“1. Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.
2. Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”.
La definizione del punto 2 del primo articolo ci spinge ad alcune considerazioni. Abbiamo persone individuate da alcune durature menomazioni. Questa visione torce lo sguardo solo su alcune disabilità, evitando di accendere la luce sulla disabilità morale, che è la madre di tutti i fallimenti delle politiche che tentano di essere inclusive. Delegare alla legge la soluzione dei problemi senza promuovere una consapevolezza etica e sociale del nostro abitare la comunità si è rilevato insufficiente”.
“Siamo di fronte alla disabilità che ha i più alti costi per una società, quella politica – continua la nota di #solounminuto -. Impedire ad una persona con disabilità di frequentare la biblioteca comunale è un deficit di cultura socio-politica, un pensare la città per alcuni con i soldi di tutti. Non avere un ascensore per accedere alle aule scolastiche è una sconfitta per tutti. Un insegnante appassionato, quando all’appello si accorge che manca lo studente più difficile, se ne dispiace perché sa che la scuola proprio a lui può dare quel qualcosa che gli manca. Così un bravo politico, quando passeggia per le vie del centro e non vede mai tutte le carrozzelle che conosce per mancanza di accessibilità, dovrebbe struggersi con una domanda in mano: cosa possiamo fare?”.
“Forse è il momento di ricominciare a farci qualche domanda e sostituire facili affermazioni rese afone dalle azioni che le smentiscono. Ha un senso spendersi per il bene comune? É ancora attraente sognare insieme una città? La giustizia ci spinge a colmare la legge con un salto di qualità morale?”
“#solounminuto In #campagna vuole rispondere con un appassionato SÌ a queste domande e per questo motivo vogliamo raccogliere l’invito del Ministero e procedere nel solco della traccia che ci indica: “Un giorno all’anno tutto l’anno”. Questa vuole essere la nostra opera, formarci ad una cultura della proposta e dell’informazione che ci porti ad un’ecologia delle relazioni, dove tutti possano sentire la città come un giardino da coltivare, insieme, tutti i giorni”, conclude il team di #solounminuto.