FOLLONICA – Dove sono finiti i dissuasori contro la pesca a strascico? Se lo chiede Antonino Vella, ex assessore al mare del comune di Follonica che ne aveva presentato il progetto nel 2004. «Come ultimo atto ufficiale, in chiusura della mia esperienza di assessore, volli presentare il progetto esecutivo e già finanziato della posa in mare dei cosidetti “dissuasori ” contro la pesca a strascico – afferma Vella -. Il tecnico invitato ad esporre il progetto, Roberto Baino dell’Arpat, ci spiegò che ogni “unità dissuasiva” sarebbe stata costituita da tre blocchi di cemento armato di 4 ton. l’uno, posti a 75 metri l’uno dall’altro uniti tra loro con cavi d’acciaio, per un complessivo sviluppo di circa 150 metri ognuno e che tali unità dissuasive sarebbero state 28, posizionate partendo da una fascia esterna a tre miglia dalla costa e proseguendo all’interno, a macchie di leopardo.»
«Nel 2006 poi – prosegue Vella – la cronaca ci informò della posa in opera effettuata a giugno e da allora siamo stati convinti che il Golfo di Follonica fosse tutelato contro le “strascicanti pirata”. Purtroppo, più di una volta, io personalmente ed altri utenti del mare fra cui pescatori professionisti della piccola pesca del Puntone di Scarlino, abbiamo notato successivamente e denunciato pescherecci che operavano all’interno delle tre miglia, in punti diversi del Golfo, anche in zone molto vicine alla costa. Ovviamente tale pratica è stata evidenziata sempre di notte e nelle ore prima dell’alba quando, partendo da sotto costa verso il largo, le imbarcazioni pirata si avvicinano ed escono dalle zone proibite. Il fatto che tali pescherecci possano tranquillamente arare i fondali, con enorme danno al banco di posidonia e strappando le reti da posta della piccola pesca costiera, ci ha fatto sorgere il dubbio che la posa delle unità dissuasive non sia avvenuta secondo il progetto presentato.»
«In effetti, nella risposta all’assessore Anna Marrocco, l’Arpat dichiara ufficialmente che le unità dissuasive sarebbero state posizionate non in serie di tre blocchi, ma bensì di due per 32 strutture; ovviamente il numero delle unità avrebbe dovuto essere, di conseguenza, non solo di 32 ma di 42. I pescatori professionisti del Golfo dichiarano tutti di essere riusciti a localizzarne, in sei anni, solo e sempre le solite cinque di cui una composta da un solo blocco; ovviamente la domanda sorge spontanea – prosegue Vella -: Quante unità dissuasive e quanti blocchi in totale sono stati posizionati nel Golfo e che fine hanno fatto tutti blocchi avanzati per cui si era trovato il finanziamento? È possibile controllare, fotografare e monitorare tutti i blocchi calati nel Golfo per fugare le perplessità di coloro che dubitano sul loro effettivo posizionamento? Con i soci il Circolo Sub LNI Follonica ci mettiamo a disposizione per effettuare il controllo subacqueo e – conclude Vella – stendere una relazione esaustiva sulla reale esistenza delle unità dissuasive.»