GROSSETO – Alle prime luci dell’alba di oggi, 1 novembre, è deceduto, all’ospedale di Arezzo, monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto e precedentemente vescovo della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Aveva 92 anni e dal 2002 viveva ritirato, originariamente in una piccola ala del monastero delle clarisse di Sansepolcro (Arezzo), poi nella Casa San Lorenzo. Finché le forze glielo hanno permesso ha svolto servizio pastorale presso la parrocchia della Cattedrale di Sansepolcro e ha tenuto ritiri e corsi di esercizi spirituali.
L’annuncio della morte è stato dato pubblicamente questa mattina dal vescovo Giovanni, in apertura della Messa per la solennità di tutti i santi, nella cattedrale di Grosseto.
“Il vescovo Giacomo è stato pastore umile, di fede profonda e radicata – lo ricorda il vescovo Giovanni Roncari – Nelle due diocesi maremmane che ha servito, clero e popolo ne conservano un bel ricordo, a motivo della sua mitezza. Abbiamo pregato per lui questa mattina, perché possa godere delle parole del Vangelo: vieni servo buono e fedele. Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo Signore”.
Le esequie di mons. Babini saranno celebrate mercoledì 3 novembre alle ore 16.00 nella cattedrale di Sansepolcro. Vi interverrà il vescovo Roncari per dire anche con la sua presenza la gratitudine delle diocesi di Pitigliano e di Grosseto.
- TRATTI BIOGRAFICI
Mons. Babini era nato ad Alfero (provincia di Forlì-Cesena) il 22 febbraio 1929. Il 26 giugno 1953, a 24 anni, venne ordinato prete nella cattedrale di Sansepolcro dal vescovo Pompeo Ghezzi. Fu parroco a Pratieghi di Badia Tedalda e poi cappellano del grande stabilimento Buitoni a Sansepolcro. Nel 1966 diventa parroco della cattedrale di Sansepolcro.
Nel 1987, a 58 anni, viene nominato vescovo ausiliare della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e gli viene affidata la sede titolare di Tubune di Mauritania. Il 7 dicembre 1991 è nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, dove fa ingresso solenne il 5 gennaio ’92. Forte il suo impegno pastorale in quella diocesi. Si ricorda ancora quando, il 5 febbraio 1992, scende in piazza coi lavoratori della Sitoco a sostegno dei posti di lavoro. E’ lui ad accogliere al Cerreto le monache carmelitane, che oggi formano una fiorente comunità di contemplative: le uniche in tutta la bassa Toscana. Nel ’94 da vita a solenni celebrazioni per il terzo centenario della nascita di san Paolo della croce, che raggiunge il suo momento culminante nel pellegrinaggio dal Papa Giovanni Paolo II.
Nel settembre 1995 il vescovo di Grosseto, Angelo Scola, è chiamato dal Papa a Roma come rettore della Pontificia Università Lateranense. Mons. Babini viene, allora, nominato amministratore apostolico della diocesi di Grosseto fino alla nomina di un nuovo Vescovo. Il 22 luglio del 1996 egli stesso, in cattedrale, dà l’annuncio che la Santa Sede lo aveva nominato vescovo di Grosseto. Fa l’ingresso ufficiale il 28 settembre. Guiderà la diocesi di Grosseto fino al febbraio 2002, lasciando anticipatamente per motivi di salute e passando, così, il pastorale al suo successore, monsignor Franco Agostinelli, anch’egli aretino.
Mons. Babini ha guidato la diocesi di Grosseto prendendola per mano e conducendola a varcare, con tutta la Chiesa, il terzo millennio. Molto intenso fu il suo impegno per preparare la comunità diocesana al Giubileo del 2000. Tanti i gesti compiuti, a partire dalla peregrinatio della Madonna delle Grazie in ciascuna delle 50 parrocchie della Diocesi; la lettera pastorale “Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Edificare la comunità”, che divenne lo strumento di lavoro della Diocesi. Si deve a lui l’accoglienza in Diocesi dei primi monaci benedettini che, a Poggi del Sasso, andranno a costituire la comunità monastica di Siloe, così come si deve a lui la erezione della pieve di Santa Maria in Campagnatico a santuario mariano diocesano e l’apertura del liceo classico paritario Chelli.