GROSSETO – Il più giovane ha 18 anni; la più grande 25. Sono quattro ragazze e due ragazzi: Erica, Elisa, Consuelo, Giulia, Daniele ed Elias. Sono i giovani che da poche settimane hanno iniziato l’anno di servizio civile regionale in Caritas. Si sommano a Domenico, Thomas, Anastasia e Luca, che da maggio scorso stanno svolgendo i loro 12 mesi di servizio civile universale.
Alcuni di loro conoscono già la realtà della Caritas diocesana, come Erica che in passato ha prestato servizio con l’alternanza scuola lavoro, o Consuelo, volontaria alla Bottega della solidarietà. Per altri un’esperienza del tutto nuova.
“Tra le priorità pastorali di Caritas – sottolinea il vice direttore Luca Grandi – c’è proprio la sensibilizzazione delle nuove generazioni non tanto ad un vago concetto di volontariato, che è già significativo, ma alla carità come via per educarsi all’incontro con le fragilità. E le risposte sono sempre generose. Lo abbiamo visto durante i mesi del primo lockdown, quando abbiamo avuto una presenza massiccia di giovani che hanno risposto con entusiasmo all’appello della Diocesi e che furono impiegati per la distribuzione della spesa gratuita direttamente al domicilio delle famiglie indigenti. E poi la scorsa estate anche in occasione della Raccolta di san Lorenzo”.
I ragazzi sono impegnati cinque ore al giorno dal lunedì al venerdì. Prestano servizio, turnando, al centro di accoglienza di via Alfieri, dove affiancano il lavoro dei volontari, per la distribuzione del vestiario, per le docce e per la mensa; in cucina per aiutare nella preparazione dei pasti, che poi distribuiscono in piazza Barsanti (la mensa rimane ancora chiusa); alla Bottega di via Pisa per lo stoccaggio del cibo e l’accoglienza delle famiglie che lì si recano per la spesa; all’associazione «Insieme» promossa dalla parrocchia dell’Addolorata, per attività di animazione rivolte ai ragazzi diversamente abili. Inoltre, a partire dalla metà di ottobre, e per l’intero anno scolastico, sono impiegati nel servizio del doposcuola, compiti pomeridiani per i figli delle famiglie ospitate nelle tre strutture abitative della Caritas, in via Adriatico: i ragazzi svolgono questo servizio nei locali comuni delle abitazioni.
Al servizio civile si accede per selezione con bando regionale o nazionale.
“Il criterio che seguiamo – spiega Luca Grandi – è sì quello del titolo di studio, ma guardiamo soprattutto il curriculum, se un giovane ha già svolto attività di volontariato. Quello in Caritas, infatti, è un servizio che presuppone una particolare predisposizione alla carità intesa proprio come disponibilità a lasciarsi cambiare dall’incontro col povero e quindi all’accoglienza della “diversità”, con un approccio empatico e solidale con l’altro”.