di Daniele Reali
GROSSETO – «È stata la difesa di Schettino a fare la parte del “leone” in questo incidente probatorio». Sono passate le 19,30 quando l’avvocato Bruno Leporatti (nella foto) a cui è affidata la difesa dell’ex comandante della Concordia incontra i giornalisti. «A caldo non si possono fare bilanci, ma mi sento di dire che usciamo da questo incidente probatorio meglio di come siamo entrati».
Durante la maxi udienza sulla scatola nera della nave della Costa, andata avanti per cinque giorni, due dei quali quasi interamente dedicati alle attività della difesa, sono stati acquisiti elementi legati alla lettura di dati tecnici che fino ad ora non erano entrati nell’inchiesta. «Siamo moderatamente soddisfatti» dice Leporatti anche se un l’incidente probatorio non è stato esteso al timoniere come richiesto proprio dai legali di Schettino. «La perizia ha dimostrato che c’è stato un grave errore del timoniere». A lui era stato impartito l’ordine di virare 20 gradi a sinistra e invece ha virato 20 gradi a dritta e per questo «la nave poteva subire danni minori o avere un impatto meno violento» spiega Leporatti. Per la difesa il ruolo del timoniere rimane dunque centrale e più volte in aula, senza riposta, è stato chiesto se fosse o meno iscritto nel registro degli indagati.
«Adesso – ha detto ancora Leporatti – ci sarà da lavorare molto e per molto tempo dal punto di vista tecnico». Alle domande sulle parole pronunciate dal procuratore Verusio sulla responsabilità di Schettino Leporatti ha concluso dicendo «in questo momento ognuno di noi esprime opinioni che sembrano scolpite nella roccia, ma per fare delle valutazioni complete è necessario aspettare».
Schettino in aula – Come è stato il comportamento di Francesco Schettino (nella foto mentre lascia il Teatro Moderno nel primo giorno della maxi udienza) in aula? In questi giorni in tanti hanno provato a raccontarlo e lo ha fatto, sicuramente da un punto di vista privilegiato, l’avvocato grossetano Bruno Leporatti.
«Alla fine dell’udienza era distrutto, molto provato. Come tutte le persone che si trovano sotto indagini ha mostrato l’ansia di difendersi. Però devo dire – ha continuato Leporatti – che il suo contributo è stato importante».
L’ex comandante ha suggerito domande ai suoi legali dando anche valutazioni e indicazioni sui fatti che nessuno come lui conosce».