FIRENZE – “Stiamo assistendo a una polemica del presidente della Regione che vuole evitare uno sforamento di 420 milioni di euro nel bilancio riducendo gli investimenti in sanità. Tralasciando quanto detto fino ad adesso, assistiamo a un altro tentativo di stringere la cinghia sulla pelle degli operatori sanitari perché la Asl sud est vuol far gestire i check point covid da personale interno alla Asl equivale a toglierlo dal servizio attivo e, di conseguenza, a creare maggiori difficoltà negli ospedali, specie in quelli piccoli”, afferma il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente della Commissione Sanità.
“La Asl Sud-Est da oggi, 1 ottobre – spiega -, sospende il servizio esterno, fino a questo momento gestito da una ditta che già lavora anche in altri ambiti per l’Azienda, utilizzando personale interno, amministrativo o sanitario.
“I check point Covid – afferma Ulmi- sono i varchi agli ingressi degli ospedali in cui si misura la temperatura corporea di chi entra nel presidio, si fanno igienizzare le mani e si danno indicazioni sulle modalità di accesso nella struttura ospedaliera. Si tratta di almeno un varco negli ospedali più piccoli e di vari accessi in quello di Grosseto. Un servizio che presto dovrà essere potenziato, visto che ad alcune categorie di persone verrà chiesto anche il Green Pass. La Asl fino ad oggi usufruiva di fondi regionali destinati a questo tipo di appalto, ma da quanto si apprende, questi verrebbero sospesi a causa del forte deficit della sanità toscana”.
“Tutto questo, però, non può andare a scapito del servizio. Penso soprattutto ai piccoli ospedali – afferma il consigliere della Lega- che già sono in sofferenza in quanto manca il personale. Ciascun varco avrà bisogno di almeno tre persone, essendo operativo almeno dodici ore e sette giorni su sette. Togliere tre persone dagli uffici o dai reparti vuol dire o depotenziare l’attività degli stessi o chiedere l’ennesimo straordinario al personale che è già sotto pressione e questo non va bene. Anche perché molti di questi ospedali, tipo Castel del piano, non hanno neppure un servizio di portineria, dunque il check point è essenziale”.
“Mi risulta che la Asl Nord-Ovest – afferma il vicepresidente della Commissione Sanità- stia utilizzando risorse economiche proprie per mantenere il servizio di check point. Lo si potrebbe fare anche nella Asl Sud-Est senza procedere ad un nuovo appalto, ma integrando gli appalti già in essere e facendo assorbire loro il personale. In pratica non solo non si intacca il numero di operatori impiegati in corsia o negli uffici, ma allo stesso tempo si mantengono posti di lavoro che, altrimenti, andrebbero perduti. Ritengo, visto il momento, questo servizio importante e che debba essere considerato negli interventi previsti per il Covid. Chiederò chiarimenti alla Asl, ma sono anche pronto ad interrogare l’assessore Bezzini per capire quali soluzioni la Regione intenda adottare per un’iniziativa che è principalmente a tutela della salute dei cittadini e degli operatori”.