GROSSETO – «Molti dicono che stiamo vivendo una campagna elettorale strana, anomala. Alcuni di questi sono i nostalgici di quando erano le ideologie a guidare le scelte, altri sono confusi perché per orientarsi oggi è molto più complesso» a dirlo Valerio Pizzuti, candidato sindaco del Comune di Grosseto.
«In questo, che io non definirei anomalia, ma cambiamento, in taluni casi maturazione, ci sono alcuni che dimenticano la complessità, la ricchezza della nostra democrazia. La democrazia, le sue radici liberali, è quello che dobbiamo, a mio parere tutelare».
«E allora, francamente non capisco chi vuole sostituire o cooptare ai partiti le associazioni di categoria e di impresa. È paradossale e sbagliato. Andare a cercare sponde o bacini elettorali in organizzazioni che nascono per tutelare altro è un vulnus illiberale» prosegue Pizzuti.
«Erano le ideologie che generavano le “cinghie di trasmissione”, in quel tempo avevano un senso anche Peppone e Don Camillo, oggi non più. In questa campagna elettorale c’è chi lo ha fatto e chi lo auspica. Entrambi sbagliano».
«Ora la sfida è più alta, servono idee e contenuti non supporter, aziende o associazioni amiche.
Ho cercato e cercherò fino all’ultimo di raccontare la mia idea di Grosseto attraverso delle proposte. Sulla visione di città, sui progetti chiedo il consenso e lo chiedo alle persone. Lascio agli altri il desiderio antico di farsi cooptare senza ragionare» conclude Pizzuti.