CALDANA – Proseguendo il lavoro di ricerca storica, abbiamo estratto e trascritto il testo di un piccolo antico libretto in cartapecora, ad uso di appunti, siglato a mano con la dicitura “Ricordi del Signor Marchese Marcello Agustini, Balì di Siena, Feudo di Caldana, 1621-1625”.
Tra le varie argomentazioni annotate dal signor Marcello in quelle paginette, si apprende che dal marzo 1622 a tutto gennaio del 1623 operò in Caldana (Gavorrano) il pittore colligiano Giovanni Pelliccioni, con il compito di abbellire e decorare la nuova chiesa di San Biagio. Una conferma ulteriore della volontà della famiglia Agostini di arricchire artisticamente la bella nuova chiesa di San Biagio, innalzata da pochi anni sul finire del XVI secolo
Giovanni Pelliccioni a Caldana dipinse anche una tavola d’altare raffigurante santa Francesca Romana, canonizzata e fatta santa dal papa Paolo V pochi anni prima, nel 1608.
Il pittore Giovanni Pelliccioni, nato a Colle Val d’Elsa il 24 maggio 1592, allievo del noto Casolani, viene incluso fra quei pittori che all’alba del Seicento conservarono comunque una concreta impronta artistica cristiana.
Tra i suoi numerosi lavori si ricordano le lunette del convento di san Francesco a Castiglion Fiorentino, ove riuscì a rappresentare la sostanziale verità evangelica degli episodi della vita del santo, su commissione della nobile famiglia Dragomanni.
A Colle di Val d’Elsa dipinse un quadro per la chiesa di Santa Maria in Canonica e uno per la chiesa di Santa Caterina. Quattro tele erano nell’oratorio di San Filippo, ma ora non si sa dove siano andate a finire. Dipinse anche una tela per la chiesa dei Cappuccini.
Della stessa famiglia fu Gaspero Pelliccioni, maestro di intaglio del XV secolo, colui che costruì armadi in legno, ricchi di bei rilievi artistici, esistenti ancor oggi all’interno della sacrestia del Duomo di Volterra.
Centro Studi “Amici della Storia”