GROSSETO – Una mossa silente e in controtendenza con quelle che sono state le indicazioni del recente passato. La decisione di procedere alla selezione per la nomina della figura del direttore generale di Farmacie comunali riunite, desta molta perplessità. Il Cda dell’azienda partecipata del Comune di Grosseto, infatti, ha deciso di reperire un nuovo direttore generale. «La scelta è singolare – precisa il candidato sindaco Leonardo Culicchi – perché con l’avvento della giunta Vivarelli Colonna, il nuovo consiglio di amministrazione aveva deciso di rinunciare a tale figura, ritenuta inutile e troppo onerosa, affidando così le mansioni all’amministratore delegato. Per questo la repentina inversione a u lascia molti interrogativi per strada».
A lasciare interdetti, inoltre, sono anche le modalità attraverso le quali si cerca di reperire la figura di direttore generale: «E’ quello che possiamo definire un bando silente e una mossa veloce – spiega Culicchi – Con un bando pubblicato il 10 agosto, tramite una società di lavoro interinale, il Cda ha deciso di indire una selezione per reperire un direttore generale che si chiuderà il prossimo 24 agosto. Il tutto dunque, in piena pausa estiva e nel momento in cui i grossetani hanno altri pensieri».
Andando tra le pieghe del bando, inoltre, si scoprono altre singolarità: «Tanto per cominciare – aggiunge Culicchi – del bando non vi sia traccia neppure nel sito di Farmacie comunali riunite. Per questo sarebbe opportuno che il sindaco spiegasse il perché di tali decisioni, peraltro maturate a poco più di un mese dalle elezioni amministrative». Oltre ai motivi delle decisioni, emergono anche altri aspetti da chiarire: «Sarebbe interessante capire la ragione che ha spinto il Cda a reintrodurre la figura del direttore generale – conclude Culicchi – visto che nell’ottica del risparmio qualche anno fa era stato deciso di farne a meno. Inoltre non è facile comprendere perché sia stato deciso di escludere dalla possibilità di partecipare al bando coloro che hanno una laurea in farmacia. Va a interrompersi così quella tradizione che aveva sempre visto, in passato, individuare il direttore generale tra i direttori di una delle farmacie comunali».