SANTA FIORA – In provincia di Grosseto non manca l’attenzione per lo smart working. Il primo comune ad attivarsi per accogliere sul proprio territorio la nuova generazione di lavoratori da remoto è stato quello di Santa Fiora, già lo scorso anno in piena pandemia. L’amministrazione comunale ha lanciato il progetto Smart Working Village diretto a coloro che lavorano con questa modalità: per chi decide di trasferirsi nel paese amiatino sono previsti incentivi economici sotto forma di voucher, erogati tramite bando, a copertura del 50% del mese di locazione.
Il progetto ha riscontrato un notevole numero di adesioni: alcuni dei lavoratori, provenienti prevalentemente dal nord Italia, si sono trasferiti a Santa Fiora con tutta la famiglia e considerano la possibilità di rimanere ad abitarci definitivamente. Ma soprattutto ha suscitato un grande interesse mediatico che ha dato visibilità al progetto e al territorio, tanto che il bando è stato rifinanziato anche per il 2021. Il Comune ha lanciato quindi un appello ai proprietari di abitazioni a cogliere questa opportunità segnalando l’immobile che intendono affittare, opportunamente allacciato alla fibra, su un apposito portale nel quale si incontrano domanda e offerta. L’obiettivo, nel lungo periodo, è quello di ripopolare il comune, mantenere in vita il paese e arricchirlo di nuovi stimoli.
Il paese di Santa Fiora è stato riconosciuto come il primo Smart Working Village d’Italia e il suo esempio è destinato a essere imitato, in quanto il panorama dei lavoratori digitali si sta ampliando: difatti la crescita del lavoro smart, dopo una prima impennata dovuta alle esigenze forzate dal lockdown del marzo 2020, è in costante aumento, in quanto si sta estendendo l’elenco delle professioni che possono essere esercitate da casa, o comunque da qualsiasi altro luogo si desideri. Grazie alla tecnologia, sia i liberi professionisti che i dipendenti di aziende che consentono di lavorare da remoto hanno la possibilità di scegliere questa nuova modalità lavorativa, col vantaggio di avere orari di lavoro flessibili e di poter operare da qualsiasi luogo.
La gamma dei lavori da esercitare in smart working è quindi in crescita principalmente grazie allo sviluppo della tecnologia delle comunicazioni, ma non si parla solo di quei lavori legati prettamente al digitale, ma anche di “vecchie” professioni che assumono una nuova veste agile.
Grandi opportunità lavorative per insegnanti di lingue che grazie a piattaforme online come Preply possono tenere lezioni con studenti di tutto il mondo tramite Skype, servendosi solo di un computer e una connessione internet. Gli scrittori, i blogger e i traduttori per la natura stessa della loro professione possono lavorare in qualsiasi luogo, come anche i grafici, gli illustratori, i fotografi o i videomaker, tutte figure professionali che possono addirittura lavorare in coworking, vale a dire in spazi condivisi in cui disporre di postazioni autonome e al tempo stesso interagire con altre persone.
È naturale includere tra i lavoratori “agili” quei professionisti che si occupano di lavori digitali, come i creatori di siti web e i programmatori, oppure chi esercita attività di e-commerce. Ma non dimentichiamo le “nuove” figure professionali nate grazie al web e ai social network, come l’assistente virtuale, lo sviluppatore di app, o addirittura gli influencer di Instagram e gli specialisti di annunci di Facebook.
Lo smart working è sempre più applicato con notevoli vantaggi anche all’interno delle aziende: si crea un nuovo rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli di orari o di spazi e organizzato per obiettivi, aiutando così il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, di conseguenza, favorire la crescita della sua produttività. È il caso degli assicuratori, per i quali alcune aziende italiane avevano già previsto questa modalità già anni prima della pandemia, oppure chi lavora per istituti di credito, gli agenti immobiliari, i contabili aziendali ma anche i correttori di bozze, gli specialisti in inserimento dati, gli addetti all’email marketing o il gestori dei social media.
Si restituisce quindi al lavoratore subordinato flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi e degli orari a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati, oltre ad avere la possibilità di esercitare la sua attività lavorativa dal luogo che preferisce, magari trasferendosi in un altra città o in un luogo che offre agevolazioni a chi decide di lavorare da remoto, proprio come lo Smart Working Village di Santa Fiora.