di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Resta teso il clima che avvolge l’azienda manifatturiera Mabro. Le 12 dipendenti che erano state richiamate in servizio, oggi sono state nuovamente messe in cassa integrazione, dopo alcuni giorni di sciopero a singhiozzo (15 minuti lavorativi alternati a 30 di stop). Le Rsu, nel frattempo tornano a chiedere, con un documento prodotto in giornata, chiarezza sulla vicenda, soprattutto su ciò che concerne l’intreccio riguardante la proprietà. «Abbiamo già denunciato il mistero che circonda la proprietà di Abbigliamento Grosseto e chiesto di capire chi ci sia dietro la Fiduciaria Italiana Realizzo Crediti, la Penta Trust Fiduciaria e la Fiduciaria del Giglio. Nessuno ha risposto – scrivono le Rsu -, anzi ci è stato detto che non è importante conoscere le proprietà. Nessuno poi, si meraviglia che la Regione ci abbia consegnato a misteriosi soggetti e nessuno vuol farsi domande sul perché abbia adottato un comportamento opaco. Cosa deve essere nascosto?»
Nel documento, vengono formulate poi varie ipotesi, partendo da dati reali, con le Rsu che ricostruiscono 4 punti salienti: «il primo riguarda Barontini, imprenditore che non ha le risorse necessarie da investire in un progetto industriale, anzi a dire il vero non ha neanche un progetto. Il secondo punto riguarda la mancata garanzia di anticipazione bancaria da parte della Regione Toscana, quando sono iniziati i primi incontri con il gruppo Versace. Il terzo punto interessa la volontà di Abbigliamento Grosseto che fa di tutto per non acquisire nuove commesse. Infine l’ultimo punto, perché ogni volta che si avvicina un’udienza del concordato di Royal Tuscany, vi sono anticipazioni positive che regolarmente scompaiono nel nulla».
Un quadro complesso da cui però le Rsu traggono spunto per una ipotesi finale con pochi spiragli: «dietro le società fiduciarie si nascondono gli stessi vecchi proprietari. Il progetto era di prender tempo, affiancando a Barontini un altro imprenditore in possesso di capacità e risorse. Il progressivo indebolimento di Fidi non ha favorito tale soluzione e quindi l’obiettivo è cambiato: non più il rilancio, ma la chiusura definitiva di Abbigliamento Grosseto, dopo aver concluso il concordato di Royal Tuscany. Purtroppo il nostro fil non ha un lieto fine, chiuderemo per fallimento o per concordato preventivo».
Tornando al presente invece, le Rsu sono sicure di un altro aspetto: «le retribuzioni non ci sono e non ci saranno neanche alla fine del mese, Barontini continua con le promesse, intorno alla proprietà c’è un silenzio che si potrebbe definire omertoso. Il 16 di ottobre incontreremo l’assessore Simoncini in Regione, il giorno successivo vi sarà una udienza per il concordato di Royal Tuscany. Forse la prossima settimana – concludono amaramente le Rsu – in Regione sarà fatta una ricostruzione meno strampalata dei fatti e, sempre forse, ci verrà finalmente detta la verità».