GROSSETO – Abbiamo ricevuto tante richieste su come devono comportarsi i turisti, e tutti i fruitori del territorio, nel caso si incontri un cane da protezione del bestiame. Una situazione abbastanza ricorrente, se si considera che gli allevatori per proteggere il proprio gregge dai predatori in questi territori non hanno altri sistemi che farsi supportare nel lavoro dai cani da protezione del bestiame: un ruolo fondamentale, il loro, che rappresenta l’unico modo di vigilare e mettere in sicurezza il gregge, in relazione alla presenza del lupo. Proprio per questo, per tutelare sia gli escursionisti sia gli allevatori, è bene conoscere una serie di buone pratiche che possono evitare situazioni spiacevoli.
“Come prima cosa – spiega Luisa Vielmi, tecnico e membro del direttivo di DifesAttiva – consiglio agli allevatori di segnalare tramite pannelli informativi nei pressi della propria azienda la presenza dei cani da protezione del bestiame, in modo da chiedere ai passanti una maggiore attenzione. In provincia di Grosseto sono tanti, infatti, i pannelli creati appositamente dall’Asl, da DifesAttiva e prima ancora dal progetto Medwolf, e questa non è solo una precauzione per i passanti ma anche una tutela per gli stessi allevatori ai quali, come già fatto in passato, chiediamo di esporre i vari cartelli, segnalando anche un numero di telefono da chiamare in caso ce ne fosse bisogno”.
Altro consiglio importante: se si dovesse incontrare un gregge durante l’attraversamento di una strada provinciale, bisogna rimanere a distanza finché le pecore non hanno attraversato e, una volta che il gregge è passato, ripartire lentamente, anche perché i cani da protezione del bestiame potrebbero attraversare poco dopo, visto che di solito stanno a inizio e a fine gregge.
Chi vuole usufruire del territorio deve, quindi, mettere in pratica una serie di buone prassi per evitare spiacevoli inconvenienti con i cani che, forti del lavoro a difesa delle pecore che stanno portando avanti, potrebbero considerare l’uomo come un elemento estraneo e da tenere lontano dal gregge. Per evitare ciò, bisogna seguire una serie di buone pratiche: dallo stare lontani dalle pecore e dai cani al non correre, cercando di allontanarsi lentamente; dal non suonare il clacson in presenza delle pecore, perché potrebbe far arrabbiare il cane che in quel momento sta facendo il proprio lavoro, a non agitare in aria il bastone da passeggio e non dargli cibo per avvicinarlo. Se si è in bici in presenza di un cane da protezione del bestiame bisogna fermarsi e frapporre la bici tra noi e il cane oltre, chiaramente, a non tirare sassi o non usare lo spray al peperoncino, perché tutti questi atteggiamenti fanno sì che il cane non colleghi il problema solo a quel singolo soggetto ma a tutti i ciclisti o automobilisti che si troverà davanti anche in futuro.
“Per cercare di fare informazione sull’argomento – continua Vielmi – abbiamo consegnato ai nostri agriturismi e ai nostri soci materiale informativo in cui si spiega l’importante lavoro svolto dai cani da protezione del bestiame, e quindi la differenza con i cani da guardia, anche in relazione alla presenza del lupo e, quindi, della difesa delle greggi. E’ importante spiegare agli agriturismi della zona, e quindi ai turisti, che il cane da protezione lavora per difendere le pecore e, partendo da questa considerazione, far capire quali sono gli atteggiamenti corretti da tenere in sua presenza. Non si può certo dire che adesso il problema degli allevatori è rappresentato dai cani, che ricordo fanno solo il loro lavoro, perché possono creare disagi ai passanti; il problema è, invece, chi si approccia in maniera sbagliata con i cani. E anzi, va sicuramente detto che servirebbe una legge per proteggere il cane da protezione del bestiame e tutelare allo stesso tempo l’allevatore e i passanti. Voglio, infine, ribadire con forza che i cani da protezione devono essere cresciuti correttamente e gestiti con coscienza perché una corretta guida nella crescita rende il cane o i cani più efficace ed efficiente”.