GROSSETO – Auguri a Stefano Rampoldi, in arte Edda, che oggi compie 58 anni.
Frontman dei Ritmo tribale fino al 1996, torna in scena da solista nel 2008. Voce unica e potente, Edda si distingue per la stesura di testi sibillini, originali e “forti” nel significato e nelle emozioni che sanno suscitare.
Nel giorno del suo compleanno lo omaggiamo con una delle sue canzoni più belle, Spaziale, contenuta nell’album Graziosa utopia, finalista al Premio Tenco 2017.
Spaziale sembra uscita dagli anni ’60, e sembra un brano di Mina. “Mentre scrivevo questa canzone pensavo proprio a Mina – spiega Edda in un’intervista -, è la musica che ascoltavo da bambino. La musica la mangiavo proprio, era il mio divertimento, la mia compagna di giochi, conosco quelle melodie e mi sono state di ispirazione. È proprio Mina in quella canzone. Dai Mina, fai ‘sta canzone, dammi qualche soldo e siamo contenti”.
E sul fatto che in Spaziale, così come in altre sue canzoni, Edda parli in prima persona femminile, spiega: “Parlo sempre di me come se fossi una donna, si vede che ho bisogno di parlare così, non lo so. Gli Hare Krishna dicono che l’anima è femminile, noi tutti siamo anime, il nostro genere è femminile, se lo dicono anche loro va benissimo, è un’esigenza mia”.
Testo di Spaziale
L’amore di ogni giorno diventa normale
È sempre una fatica
Tu la guardi e lei ti fa male
Non mi posso sempre curare
Perché non me ne vado, perché continuare
Scegli un argomento
Posso sempre lasciarla parlare
E una volta in meno ascoltare
Tu, finalmente tu
È arrivato il nostro momento
Ma per fortuna che ci sei
Se no lei mi avrebbe lasciata morire
Meglio impazzire che soffrire
Ma per fortuna che ci sei
Quando mi addormento divento spaziale
Vado a stabilire
Un rapporto un po’ celestiale
Astronave pronta a partire
E son vestita con i vestiti che svesti
Sembrano pigiami
Ma mi piacciono i tuoi difetti
Te li togli e poi li rimetti
Tu, finalmente tu
È arrivato il nostro momento
È l’importanza che mi dai
Se no lei mi avrebbe lasciata impazzire
Meglio morire che soffrire
Ma per fortuna che ci sei
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