GROSSETO – E’ il 24 giugno 1967 e A whiter shade of pale del gruppo britannico Procol Harum entra nella classifica di Billboard, la principale classifica degli Stati Uniti.
La canzone, pubblicata il 12 maggio 1967, è stata scritta da Gary Brooker, Keith Reid e Matthew Fisher (tutti componenti del gruppo), prodotto da Denny Cordell e distribuito dalla Deram Records.
La canzone riscosse un notevole successo, restando in cima alle classifiche del Regno Unito per sei settimane, in Italia per sette settimane, in Germania per due settimane, nei Paesi Bassi per otto settimane, in Irlanda per cinque settimane, in Australia per tre settimane ed in Francia per nove settimane; in Norvegia arriva terza, in Austria quarta e, come detto, nella Billboard Hot 100 quinta.
Il brano fu un fortuito risultato della allora casa discografica U.K. Decca Records, con l’esperimento di fondere insieme musica classica e soft rock. Il riff-intro, infatti, composto dai pianisti e organisti Brooker-Fisher all’organo Hammond, non è altro che la libera variazione del brano classico Aria sulla quarta corda con alcune componenti della cantata BWV 140 Wachet auf, ruft uns die Stimme, entrambi opere di Johann Sebastian Bach. Il groove del ritornello invece, si ispira a When a Man Loves a Woman, di Percy Sledge, brano uscito l’anno prima. Il testo è opera del poeta e paroliere Keith Reid.
Nel Regno Unito la canzone fu pubblicata solo come singolo, e non fu inserita nel primo album del gruppo Procol Harum. È presente invece nella edizione USA dell’album. Nel 1997, fu ripubblicata una nuova edizione del primo album dal titolo A Whiter Shade of Pale, in cui oltre al famoso singolo erano incluse anche alcune track non presenti nell’edizione originale dell’album.
Nel 1998 viene premiata con il Grammy Hall of Fame Award.
La canzone, di notevole successo già dal 1967, ebbe numerose reinterpretazioni. In Italia, su testo di Mogol, fu incisa dai Dik Dik, col titolo Senza luce che, mantenendo la parte musicale, si discosta dal testo originale dal significato ermetico. Nel 2000, fu utilizzata da Marco Tullio Giordana come colonna sonora per il film I cento passi.
Furono inoltre incise versioni in francese (Le Jour du Dernier Jour), tedesco (Tränen im Gesicht), svedese (Då Är Hon Åter Lika Blek), portoghese (Ao Meu Lado Outra Vez), spagnolo (Con Su Blanca Palidez) e finlandese (Merisairaat kasvo).
Originariamente, la canzone fu attribuita ai soli Gary Brooker e Keith Reid. Nel 2005, Matthew Fisher intentò una causa vittoriosa contro Gary Brooker, chiedendo di essere riconosciuto come co-autore del brano per aver aggiunto le parti di organo alla musica originale. I giudici diedero ragione a Fisher all’unanimità.
Nel 2004 la rivista musicale Rolling Stone ha inserito A Whiter Shade of Pale nella sua lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi al 57º posto.
Testo di “A wither shade of pale”
We skipped the light fandango
Turned cartwheels ‘cross the floor
I was feeling kinda seasick
But the crowd called out for more
The room was humming harder
As the ceiling flew away
When we called out for another drink
The waiter brought a tray
And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly
Turned a whiter shade of pale
She said, ‘There is no reason’
And the truth is plain to see
But I wandered through my playing cards
And would not let her be
One of sixteen vestal virgins
Who were leaving for the coast
And although my eyes were open
They might have just as well’ve been closed
And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly
Turned a whiter shade of pale
And so it was that later
Fonte: Wikipedia