FOLLONICA – Si sono tenute in questi giorni, nel suggestivo scenario del seminterrato del Forno San Ferdinando a Follonica, le riprese di alcuni figuranti in abiti d’epoca per la realizzazione di un multimediale dal titolo “Storie di lavoranti”. Si tratta di una installazione interattiva con videoproiezione a parete che farà parte del complesso allestimento multimediale del MAGMA e che vuole raccontare alcune biografie di lavoratori appartenuti alla prima metà dell’Ottocento. La realizzazione di questa produzione video ha interessato per una parte la realtà museale del Hochofen Museum Radwerk IV di Vordernberg in Austria, e per l’altra proprio la città di Follonica e l’area ex Ilva.“Questo progetto è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione del Laboratorio dello Spettacolo e del Follos 1838, che hanno generosamente prestato la loro competenza e professionalità – dice l’arch. Barbara Catalani coordinatrice del Gruppo di Lavoro del Magma- voglio ringraziare le persone di Gianni Fiorella, Diana Guidoni e in particolare la costumista Alessandra Gorelli, per la disponibilità dimostrata in questa delicatissima operazione. E anche le persone che si sono prestate come figuranti : Marzia Gambina, Monica Signori, David Temperini e Diria Ceccarelli del Laboratorio dello Spettacolo, nonché Bruno Scarpini e Winder Stalin Jimenez Nova”
“Questa esperienza ha dato prova ancora una volta del grande senso civico dei follonichesi – afferma il vicesindaco e assessore alla cultura Andrea Benini – che arricchisce il già grande patrimonio raccolto dal Museo della Ghisa. Il Magma sta nascendo grazie a questo grande senso di partecipazione e di corresponsabilità della nostra città, in tutte le sue espressioni con uno sguardo che partendo dalle risorse locali guarda lontano, al necessario respiro internazionale che avrà il Magma”
Lo dimostra un altro importante traguardo raggiunto proprio negli stessi giorni: ovvero una nuova fusione proveniente da una copia del modello dei delfini custoditi presso il museo. “ Questa operazione rientra tra gli obiettivi del gruppo di lavoro che si occupa dei contenuti scientifici del museo – dice ancora Barbara Catalani – e vuole testimoniare attraverso un breve documentario il complesso processo produttivo che dal modello ligneo conduce al getto in ghisa. La realizzazione di questo passaggio è merito di un lungo lavoro tra Follonica e una fonderia di Collesalvetti, che ha dei legami affettivi con la nostra storia. Contando sulla volontà e sulla sensibilità dell’ingegnere Federico Gelli, con l’aiuto di Rino Magagnini, è stato possibile vedere di nuovo in fonderia non solo i nostri modelli ma anche alcuni ex lavoratori come Giuliano Zacchini”.