GROSSETO – Premiati in Comune gli studenti vincitori della seconda edizione del concorso “Liberi tutti – idee, proposte, progetti per una società senza barriere” ideato dall’Amministrazione.
A essere coinvolti sono stati i ragazzi degli istituti superiori del territorio comunale, che hanno avuto la possibilità di raccontare la disabilità attraverso le più svariate forme espressive, per esempio racconti, poesie, foto, pitture, sculture, video, musiche.
Sono stati realizzati circa 80 elaborati. I vincitori sono quattro: tre ragazzi, premiati con 250 euro ciascuno, e il Polo Bianciardi a cui è stato assegnato un premio di 500 euro per aver fornito il maggior numero di produzioni. A loro si aggiunge la menzione speciale per l’istituto commerciale per il video integrato con la lingua dei segni italiana (Lis).
Il concorso è promosso e organizzato dalla Consulta comunale per la disabilità, in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali e all’ufficio scolastico provinciale.
«I ragazzi hanno dimostrato grande interesse – commentano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alle politiche sociali Mirella Milli – anche in quest’anno così complesso segnato dalla pandemia. Partecipare a questa iniziativa significa promuovere comportamenti inclusivi nei confronti delle persone più fragili. Ringraziamo la consulta per la disabilità, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e gli studenti per la sensibilità e l’impegno con cui ancora una volta si sono approcciati al tema della disabilità».
Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla presidente della consulta per la disabilità di Grosseto, Luciana Pericci: «Sono molto contenta del risultato, considerando il contesto legato all’emergenza sanitaria in cui si è inserita questa seconda edizione del concorso. I ragazzi si sono impegnati davvero molto e il messaggio è arrivato anche quest’anno. Quello che più mi ha colpito è che sono stati in grado di parlare di disabilità in maniera creativa, senza pietismo. Segno che le cose nella percezione di come rapportarsi alla disabilità stanno cambiando».