GROSSETO – Per la biblioteca della scuola secondaria di primo grado “G. Ungaretti” è arrivato il giorno dell’inaugurazione: sarà intitolata ad Alberto Manzi. «Far entrare il maestro dalla porta principale significa accettare il dono prezioso di una sorgente, come quei villaggi che non vedono un futuro in assenza dell’acqua – afferma la scuola -. La sua persona e il suo insegnamento sono impossibili da separare. La lettura dei suoi libri perciò richiede tanto coraggio, quello di interrogarsi di continuo fino alla possibilità di cambiare come persone». L’inaugurazione è prevista per l’8 giugno dalle ore 10.
Le parole di un’alunna danno l’idea di cosa può succedere nell’incontro con questo maestro, vivo più che mai: “Mi hai cambiato dentro. Ho incominciato a farmi domande e a trarre insegnamento da ogni esperienza. Trovo tutto così interessante, come se ogni cosa fosse nuova, è così bello, stupendo, farmi domande, cercare risposte, appassionarmi a tutto. Mi sembra di essere rinata da quando ti conosco. Mi hai trasformato a tal punto che non mi riconosco più nella persona che ero un anno fa”. Armadietti, scatoloni, pile di libri senza casa, poco fruibili; ora il sapere è a disposizione.
«È stato fatto un grande sforzo, economico, progettuale, logistico, ma i libri non sarebbero al loro posto se non ci avesse pensato la “passione per la lettura” – prosegue la scuola -. Il lavoro di molti docenti è come un lento sfregare le pietre per accendere la curiosità, alimentare la sete di sapere, suscitare la gioia di conoscere una parola in più. La biblioteca ora c’è, e la strada tra la sete della conoscenza e la sua soddisfazione si è accorciata! I libri a volte sono quella fiamma che si accende là dove non arriva la competenza e l’impegno del docente».
Il dirigente scolastico, Maria Luisa Armillei, esprime la propria «soddisfazione nel consegnare a studenti, docenti e al personale tutto, un luogo democratico, dove i ruoli sfumano nell’immagine di una comunità che, grazie ai libri, può fare un salto di qualità. Il progetto realizzato soddisfa l’occhio per la pulizia e l’originalità degli arredi. Una bellezza e un benessere che comunque non raggiungono quelli di una persona che legge, gesto contagioso, capace di espandere la sua potenza creando un clima di apprendimento gioioso, vero obiettivo di ogni comunità scolastica».
«Nel ringraziare tutti coloro che hanno costruttivamente contribuito al successo di questo percorso, in primis gli studenti che non si sono mai tirati indietro, i docenti che si sono attivati per la realizzazione del progetto ed il personale ausiliario, riconosce che se ora gli alunni danno “del tu” al maestro Manzi lo devono alla fortuna di avere incontrato la sua traduttrice personale, Sonia Boni, moglie del maestro, che, giunta al termine della sua carriera professionale, non poteva lasciare il testimone in mani migliori».