GROSSETO – Legambiente esprime la propria forte preoccupazione per gli interventi di ricerca finalizzati all’estrazione del gas metano in Maremma. “Siamo fortemente contrari all’utilizzo di tecniche di estrazione invasive come il fracking per il gas nel territorio maremmano – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – proprio perché questo tipo di interventi implica rischi dal punto di vista ambientale. Per questo chiediamo precise e chiare assicurazioni sulle tecniche utilizzate e previste nelle attività future. La fratturazione idraulica è, infatti, una tecnica di estrazione che comporta il pompaggio di enormi quantità di acqua e additivi chimici nel sottosuolo per fratturare le rocce ed estrarre petrolio o gas naturale, con evidenti effetti invasivi e inquinanti. In Maremma sono state autorizzate ricerche nel Comune di Roccastrada, nell’area di Ribolla e nel Comune di Grosseto nella frazione di Casoni del Terzo”.
Legambiente chiede quindi ai Comuni competenti di attivarsi in modo significativo per dare ai cittadini tutte le garanzie necessarie sull’impatto di queste attività e per tutelare il territorio e salvaguardarlo dai rischi connessi. La Maremma è una zona fragile e molto pregiata dal punto di vista naturalistico, per questo la Regione deve attuare un’attenta valutazione attraverso una pianificazione complessiva di queste attività su tutto il territorio regionale e un’accurata analisi costi-benefici nella valutazione e nel rilascio dei permessi di ricerca e di estrazione di gas. Occorre puntare sulla salvaguardia del territorio, che rappresenta un potenziale enorme dal punto di vista del patrimonio naturale e della biodiversità, sulla realizzazione di un distretto tecnologico di alta qualità per la Maremma e su un sistema energetico che esca il prima possibile dalle fonti fossili, investendo su energie rinnovabili, efficienza e risparmio energetico.