SCARLINO – Le vacche maremmane tornano a pascolare nel Padule di Scarlino. Sabato 22 maggio i Butteri d’Alta Maremma hanno accompagnato il bestiame all’interno dell’oasi faunistica gestita dalle Bandite di Scarlino: 10 capi tra cui un toro, per far incrementare il numero degli animali nel corso degli anni. E così nell’area del Puntone da adesso sarà possibile rivedere il bestiame allo stato brado. Il progetto è iniziato nel 2018, quando Bandite di Scarlino ha presentato una richiesta di finanziamento al Gruppo di azione locale “Far Maremma” per accedere ai fondi messi a disposizione dal Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana ottenendo 110mila euro. Il contributo è stato utilizzato per la riqualificazione della passerella e del capanno danneggiati dalla piena del 2014 ma anche per altri interventi migliorativi, tra cui proprio l’immissione delle vacche maremmane nell’oasi faunistica.
«Fino a qualche decennio fa il Padule era pascolato dal bestiame allo stato brado – spiega il funzionario delle Bandite di Scarlino, Patrizio Biagini –: con l’arrivo dell’industria nelle vicinanze e la vendita dei terreni agrari della fattoria del Casone, l’attività ha cessato di esistere. Dal 1990 il Padule è diventato un’Oasi di protezione faunistica ed è quindi stata vietata anche ogni attività legata alla caccia: di conseguenza l’area si è inselvatichita e la cannuccia ha iniziato la sua colonizzazione a discapito di altri vegetali, danneggiandone la biodiversità. Il pascolo allo stato brado è il sistema migliore per tutelare questo tipo di ambienti, sia dal punto di vista ecologico che economico. La vacca maremmana è l’animale più adatto a sopportare le condizioni difficili della zona paludosa ed è quello che dà maggiori garanzie per la buona riuscita del progetto».
Il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione con l’allevatore Renzo Fedi che ha messo a disposizione il bestiame, ha previsto la realizzazione di una nuova recinzione di collegamento con quella esistente per circa 750 metri.
«Nella giornata mondiale della biodiversità – dice la vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’Agroalimentare, Stefania Saccardi – ha un significato particolare e mi fa piacere essere qui a vedere i frutti di un progetto di riqualificazione perfetto per un’area di pregio dal punto di vista ambientale. Un progetto che prevede la reintroduzione allo stato brado delle vacche maremmane, specie tipica di questa zona e legata da un unico cordone ombelicale a un altro simbolo di questa terra, i butteri, così da rappresentare insieme una porta aperta sul passato e su un’attività umana tradizionale entrata nel Dna del territorio. Un plauso dunque a questa operazione che si rivela un esempio chiaro di come è possibile intervenire sapientemente sui nostri territori in un modo rispettoso dell’ambiente, della sua storia e funzionale alla protezione della biodiversità. E recuperare così un’area di grande fascino che contribuisce a formare quel paesaggio agrario dove la più grande opera è la natura».
All’iniziativa ha preso parte anche Far Maremma. «Il progetto del Comune di Scarlino si inserisce a pieno nella strategia di sviluppo del Gruppo di azione locale perché promuove il turismo sostenibile e la tutela del patrimonio naturale – dichiara il presidente Fabrizio Pasquini –. È la testimonianza che progetti innovativi come questo, che coniugano più valori, possono rappresentare una ricchezza per la comunità locale e un esempio da imitare».
L’immissione delle vacche in Padule è stata anche l’occasione per inaugurare ufficialmente la passerella ricostruita dopo i danni causati dal maltempo nel 2014. Il percorso che attraversa la zona paludosa del Puntone è lungo circa un chilometro, è percorribile anche quando il terreno è allagato – essendo rialzato da terra – e conduce a due capanni in legno. «La salvaguardia ambientale oggi più che mai è uno degli obiettivi primari di chi amministra un territorio – dichiara il sindaco di Scarlino Francesca Travison –. Ma oltre all’importante funzione di tutela, questo progetto completa la riqualificazione del Padule di Scarlino, con la passerella che finalmente è stata ripristinata, le vacche allo stato brado e i capanni per l’osservazione della fauna. Protezione dell’ambiente quindi ma anche promozione del territorio con la presenza di un animale tipico della Maremma. Ringrazio la Regione Toscana, Far Maremma e le Bandite di Scarlino per aver reso possibile tutto questo». Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte anche l’associazione Strada del vino Monteregio.
Apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso anche dall’ambientalista Marco Stefanini, dell’associazione La Duna. “Un’oasi protetta, stretta tra la costa antropizzata, strutture turistiche, villaggi, porti, abitazioni e una zona industriale preponderante su tutto, visibile da decine di chilometri con le sue ciminiere, i suoi fumi, i suoi colori depositati sui terreni una volta agricoli, pascoli, paduletti – scrive L’oasi protetta del padule di Scarlino, quello che rimane delle antiche paludi che hanno resistito fino alla metà del secolo scorso per poi cedere all’attacco dell’uomo. Le “colmare”, le bonifiche, la lotta contro la malaria, la necessità di spazi dove l’uomo andasse poco, se non per cacciare o pescare. Il palude di Scarlino era, insieme a quello di Piombino (scomparso prima) una delle due grandi zone umide del nostro golfo. La storia la conoscono tutti. Oggi, dopo qualche anno dal primo tentativo, le vacche Maremmane tornano nel padule di Scarlino. Il loro compito sarà quello di controllare ecologicamente la grande quantità di cannucce presenti ed allargare gli specchi d’ acqua per consentire sempre più la sosta e la nidificazione degli uccelli”.
“La collaborazione tra Bandite di Scarlino e Renzo Fedi, agroallevatore del territorio – conclude Stefanini – ha fatto sì che si arrivasse a questo risultato. Un “bravi” ad ambedue, e ai butteri. È bene che la gente si rechi in questi posti, confine tra realtà molto diverse. Può farlo comodamente transitando su una lunga e bella passerella. La gente deve riappropriarsi dei propri territori. Cominciamo da questo”.