GROSSETO – “Basta con il coprifuoco, ed è ora di consentire la somministrazione anche al chiuso”. A chiederlo a gran voce è, ancora una volta, la Confcommercio Grosseto, in vista della revisione delle misure restrittive.
“La campagna vaccinale procede a ritmo sostenuto – commenta il direttore Gabriella Orlando – e i numeri sui contagi non giustificano più queste misure così stringenti, per cui ci aspettiamo, già dai prossimi giorni, quell’allentamento necessario per tante attività che vorrebbero tornare a lavorare a pieno ritmo”.
Sempre secondo Confcommercio, i pubblici esercizi sono alcune delle categorie economiche più penalizzate non solo dalle chiusure e dai divieti, ma anche da una scarsa attenzione verso le loro istanze.
“E’ inaccettabile che, a nove mesi dall’entrata in vigore del decreto agosto, che conteneva il famoso bonus per l’acquisto di prodotti agroalimentari locali, dei 330 milioni di euro richiesti dalle circa 43mila imprese che hanno fatto domanda solo 211 milioni sono stati effettivamente erogati. E il 25% delle aziende, anche in provincia di Grosseto, non ha ancora ricevuto un centesimo” fanno sapere dall’associazione.
Confcommercio, a livello nazionale, sta continuando a fare forti pressioni sul Governo non solo su questi aspetti, ma anche sulla conclusione dell’iter del Decreto “Sostegni-bis”, “Decreto atteso in quanto riguarderà anche i costi fissi, come le locazioni, la Tari e tutti quei costi ‘incomprimibili’ che le imprese hanno continuato, in questi mesi difficilissimi, a sostenere – chiarisce Orlando -. Ed ovviamente ci aspettiamo che nel Decreto Sostegni-bis siano integralmente riconfermate le misure a sostegno della liquidità delle imprese avviate con i precedenti decreti, con particolare riferimento alla moratoria sui debiti bancari ed ai finanziamenti garantiti”.
Quest’ultima è una delle tante richieste che Confcommercio Imprese per l’Italia, insieme all’Associazione Bancaria Italiana e alle altre principali associazioni di impresa, ha elencato nella lettera congiunta che è stata inviata alle principali Istituzioni italiane.
Nel documento si sottolinea, tra gli altri aspetti, la necessità di una proroga delle moratorie, “senza soluzione di continuità con le moratorie in essere ed evitando complicazioni burocratiche”, si fa richiesta di un significativo prolungamento della durata dei finanziamenti garantiti, “anche modificando, se necessario, le regole del Temporary Framework”. Per agevolare, poi, la restituzione del debito da parte delle imprese destinatarie di finanziamenti bancari, viene sollecitata “l’individuazione di idonei strumenti di garanzia pubblica per favorire operazioni di rinegoziazione del debito”.
Ed ancora, nella lettera si chiede che le modalità di accesso al Fondo di Garanzia PMI e alle garanzie Ismea rimangano le stesse almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle aziende non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese e alle imprese agricole.
Richiesta, infine, “l’equiparazione delle condizioni di accesso a ‘Garanzia Italia’ gestita da Sace, a quelle previste per il Fondo di garanzia PMI e l’accesso alle misure di sostegno alla liquidità anche per le imprese ammesse a piani di ristrutturazione prima dell’avvio della pandemia e che si sono trovate in difficoltà a rispettare tali piani a seguito degli effetti dell’emergenza sanitaria”.