GROSSETO – “Ancora non è chiara e soggetta ad interpretazione sia la nozione ‘all’aperto’ che la possibilità per le strutture artigianali e per gli esercizi di vicinato di poter estendere sul suolo pubblico la possibilità di consumazione in loco, non potendo attualmente utilizzare lo spazio interno”. Lo affermano i consiglieri regionale della Lega Andrea Ulmi ed Elena Meini, che hanno scritto al presidente della Regione Eugenio Giani ed all’assessore alle attività produttive Leonardo Marras per capire se la Toscana, al pari di altre realtà, si stia dotando, o se pensi di dotare i comuni, di linee guida per poter interpretare correttamente la norma.
“Ci sono pervenute in primis dalla Maremma, ma stanno giungendo anche da altre realtà della Regione – affermano Ulmi e Meini- delle segnalazioni su differenti interpretazioni della norma da parte dei comuni, in particolar modo ce lo stanno segnalando le associazioni di categoria che hanno fornito le linee guida adottate in altre realtà, come il Veneto. Per questo abbiamo deciso di fare un passaggio con il presidente Giani e l’assessore Marras per capire quale sia il loro orientamento e per verificare se si può raggiungere una soluzione concreta per venire incontro alle varie attività”.
Una domanda che poggia anche sulla recente giurisprudenza che permette a questi esercizi, tra cui si possono annoverare gelaterie, piadinerie e pizzerie al taglio, di poter utilizzare al loro interno una parte di spazio per il consumo del prodotto senza servizio al tavolo.
“Si tratta di spazi limitati – affermano Ulmi e Meini- perché si tratta comunque di una tipologia di attività diversa dalla ristorazione o dal bar ed è necessario che le due fattispecie restino comunque ben distinte. Al momento, però, questi spazi non sono utilizzabili e sarebbe opportuno permettere anche a loro di poterli utilizzare in maniera analoga anche fuori. Questo almeno fino al termine dell’emergenza”.
Un’altra interpretazione sarebbe necessaria, secondo quanto chiesto da Ulmi e dalla Meini, sulla nozione di attività ‘all’aperto’. “In particolare – sostengono- si fa riferimento a dehors, verande, terrazze coperte e via dicendo. Non essendoci interpretazioni univoche su tali strutture, si costringe ciascun comune ad interpretare la norma e a definire quali possano effettivamente rientrare nella nozione ‘all’aperto’ e quali no. Anche in questo caso il Veneto, nelle sue linee guida, ha dato precise indicazioni finalizzate ad individuare quali strutture possano essere considerate legittime e quali accorgimenti stabili debbano essere adottati per valutarle tali, come la rimozione di pannelli, l’apertura di vetrate, le finestrature ed altro ancora”.
“Auspichiamo – concludono i due consiglieri della Lega- che la Toscana dia quanto prima un’indicazione ben precisa per assicurare certezze e risposte a molte attività che con fatica cercano di fronteggiare la crisi”.