GROSSETO. “Questa è la seconda festa dei lavoratori che celebriamo con la pandemia in corso: una ricorrenza che non ci vedrà, quindi, nelle piazze o nei raduni dei Maggerini, tanto diffusi sul nostro territorio. Ma la mancanza di questi appuntamenti tradizionali non deve farci dimenticare il valore del primo maggio e la sua importanza storica”. Commenta così Katiuscia Biliotti, segretaria generale della Cisl di Grosseto la festa dei lavoratori (Nella foto da sinistra Marina Sembiante, Katiuscia Biliotti, Fabio Carruale)
“Il primo maggio di quest’anno deve trovarci pronti a riflettere sul lavoro oggi e su come il mondo del lavoro dovrà cambiare per rispondere alla grave crisi economica determinata dalla pandemia: dobbiamo sin da ora trovare delle soluzioni da mettere in campo per far sì che il nostro Paese non rimanga schiacciato nel momento in cui una serie di misure, come il blocco dei licenziamenti, verranno a mancare. Dobbiamo trovare prospettive per i nostri giovani, che si trovano ad approcciare un mercato del lavoro spesso vetusto e poco dinamico, che non lascia spazio, talvolta, alla creatività e all’energia. Per questo credo che il primo maggio 2021 debba servirci a recuperare un po’ dello spirito originario di questa festa, che prende le mosse dalle lotte dei lavoratori per il riconoscimento dei propri diritti. Ecco, alcuni dei diritti per cui alla fine dell’Ottocento i lavoratori di tutto il mondo si battevano sono adesso, per fortuna, dati per acquisiti, ma sono molte altre le tematiche su cui occorre interrogarsi per garantire un benessere economico, sociale e psicologico ai lavoratori. Dallo smart working al lavoro nei giorni festivi, passando per i pensionamenti e per il tanto sospirato diritto a rientrare nella categorie a rischio per ottenere il vaccino anticovid, sono tante le richieste il sindacato ascolta ogni giorno”.
“Per questo – continua Biliotti – il Primo maggio dovrebbe essere onorato da tutti i lavoratori. Anche da quelli che operano nella grande distribuzione, soprattutto donne, e che sono stati, negli ultimi due giorni, beffati dalla decisione della Regione Toscana. Il comportamento avuto dal presidente Giani, che prima si è pronunciato a favore delle chiusure, accogliendo di fatto le richieste dei sindacati, e poi si è sconfessato, firmando un’ordinanza che dà la possibilità alla grande distribuzione di rimanere aperta fino alle 13, è stata una scelta scriteriata che, di fatto, scontenta tutti. È probabile che la giunta regionale con il suo presidente non abbia retto alle pressioni della grande distribuzione, magari anche sotto il ricatto della perdita di posti di lavoro, che puntualmente avverrà causando perdite di reddito generale. Il lavoro è solo un aspetto del problema, la strada intrapresa dal commercio degli ultimi 15 anni con la totale deregulation e la politica miope sono intervenuti pesantemente sui punti deboli della nostra società del nostro tessuto sociale, annullando completamente l’identità culturale, affidandosi ad una falsa libertà che in realtà è una vera e propria schiavitù. Per questo, è giunto il momento da parte di tutti di richiamare culturalmente e moralmente questo Paese al comportamento da tenere e, in questo percorso, la politica deve prendersi le proprie responsabilità: non si può accontentare tutti e non si possono dimenticare i lavoratori, che sono prima ancora cittadini. Da questo primo maggio dobbiamo partire recuperare senso civico, di comunità e solidarietà. Buon primo maggio”.