GROSSETO – «Puntuale come un orologio svizzero arriva poche ore fa il comunicato stampa del “pennarello” del sindaco Biondi: Giulio Querci, capogruppo di maggioranza. Il quale interviene con una posizione che lascia tutti, o quasi, particolarmente perplessi». Inizia così la nota di Andrea Maule, capogruppo della “Lista Di Curzio”.
«Il Pd gavorranese, supportando il proprio sindaco, è quindi propenso ad un concetto un po’ vago: “Non ha espresso alcun Sì a priori, come non ha espresso alcun No preconcetto”. Della serie, non è né carne né pesce.»
«Eppure, è lo stesso Querci che nel 2017 dichiara la “totale chiusura rispetto alla Cava della Vallina” e l’analoga posizione per il sito della Bartolina; il tutto in nome di una indiscutibile tutela della “salute pubblica”. Ebbene, a distanza di poco più di tre anni, i siti ritenuti chiusi all’ipotesi stoccaggio gessi rossi diventano oggi magicamente appetibili in un valzer del “perché no”».
«Vogliamo allora ribadire al capogruppo Querci ed al sindaco Biondi che nelle loro folcloristiche valutazioni, si sono evidentemente dimenticati di alcuni aspetti fondamentali. Proviamo ad esporli, nella consapevolezza che chi non vorrà comprendere tirerà dritto nella consueta sterile polemica».
«In primis, prima di parlare del futuro dei gessi occorre che gli Enti preposti per materia facciano la massima chiarezza su quanto espresso dalla Commissione Ecomafie. La Commissione scrive: …I gessi rossi non si sono però rivelati idonei per questo impiego (cioè per i ripristini ambientali), in considerazione del fatto che vi sono diversi superamenti dei valori soglia previsti dalla legge… , …Di fronte a tali violazioni dei parametri e a dispetto dell’inquinamento provocato, tra il 2006 e il 2017 sono intervenute tre differenti deroghe per le concentrazioni di solfati, cloruri e cromo e vanadio: nei primi due casi tramite provvedimenti statali, nel terzo attraverso una legge regionale. Non sembra alla Commissione che questo sia l’atteggiamento corretto da tenere da parte dello Stato e delle Istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelare l’ambiente… Cosa non è chiaro a Querci ed a Biondi in queste frasi? E se leggessero la Relazione, ne troverebbero anche di più gravi!»
«In secundis, una volta fugate le ombrosità sopra esposte, il sindaco Biondi dovrebbe scrivere alla Regione Toscana, vera ed unica cabina di regia dell’intera vicenda (la cabina di regia, lo ribadiamo con fermezza, spetta alla Regione Toscana e non allo smanioso Biondi), affinché si riparta dal tavolo del 2004 e congiuntamente agli Enti preposti si trovino soluzioni condivise. Non è necessario, infatti, che l’influencer Biondi si prenda la briga di scrivere disastrosi comunicati stampa che creano divisioni e malesseri nella collettività (sì, caro Querci, perché qui l’unico divisivo per la comunità è proprio il tuo sindaco Biondi)».
«Per concludere, dovranno essere gli Enti competenti per materia a dire se i gessi rossi sono o meno un rifiuto speciale; fino ad allora è opportuno tacere ed attendere il responso, senza avventurarsi in smaniosi comunicati stampa».
«Dal nostro punto di vista non servono le cave per stoccare i gessi rossi. Serve una soluzione impiantistica affinché il “rifiuto” non esista. E in tal senso l’azienda non può stare alla finestra ad osservare il popolo che si scanna! Tecnologie moderne e green esistono, possibile che non siano attuabili in nessun modo a questo contesto? Questo per noi è il vero ed unico fronte, e non certo le evoluzioni pindariche del Biondi e dei suoi adepti. I cittadini, tutti, hanno bisogno sia del lavoro che dell’ambiente pulito! La nostra amata maremma non è un’area del centro Africa, dove si autorizzano nefandezze scambiandole con la certezza di una busta pag»a.