GROSSETO – Due giovani, uno di 17 anni e uno di 23, entrambi stranieri. Sono loro i responsabili dell’aggressione in centro di qualche giorno fa, quando un uomo è stato accoltellato in via Oberdan.
Un’aggressione maturata nell’ambito dello spaccio. Secondo quanto è stato ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo la vittima, 37 anni, tunisino, è andato all’appuntamento con i due connazionali perché, secondo quanto raccontata dalla fidanzata, italiana, doveva esserci una compravendita di un cellulare.
La ragazza si è allontanata per mettersi un paio di pattini che aveva portato con sé quando ha visto la colluttazione. Uno dei due ha strappato di mano all’uomo un involucro con dentro 40 grammi di cocaina. Il più giovane degli aggressori è fuggito col fagotto, mentre l’altro ha sferrato una coltellata che ha colpito la vittima ad un polmone.
L’aggredito ha provato a rincorrere i due conterranei accasciandosi a terra in via Oberdan. Qui è stato raggiunto dalla fidanzata. I carabinieri e il 118 hanno raggiunto l’uomo che stava andando in ipotermia e uno dei militari si è tolto la propria giacca per coprirlo.
Le indagini del nucleo investigativo hanno raccolto le molte testimonianze dei cittadini presenti, ed anche le riprese di alcune telecamere private che si trovano sulla via. La prima cosa ad essere stata riconosciuta è stata la bici su cui è fuggito il più giovane dei due aggressori.
Pochi giorni dopo, il 29 marzo, la stessa bici è stata avvistata alla stazione di Grosseto. Appena il giovane ha visto un carabiniere, anche se in abiti civili, gli ha lanciato la bici contro ed è fuggito a piedi. Un inseguimento di 3-400 metri. Il carabiniere è riuscito a raggiungerlo poco dopo viale Sonnino e a fermarlo.
«Appena bloccato è arrivata un auto che ha inchiodato – raccontano i carabinieri – ne è uscito un cittadino che ha chiesto se ci fosse bisogno d’aiuto» e proprio questa grande collaborazione avuta dalla cittadinanza ha voluto sottolineare il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Giuseppe Adinolfi.
A questo punto i militari si sono messi sulle tracce del secondo aggressore. Hanno sentito la seconda ragazza, 29 anni, italiana anche lei, che era con i due aggressori. La giovane è stata tenuta d’occhio dai militari e sebbene sia lei che il suo amico avessero limitato al minimo i contatti telefonici (le telefonate erano sporadiche e in codice: i carabinieri venivano chiamati i serpenti) e lui avesse anche cambiato utenza, gli uomini dell’Arma hanno continuato a tenere d’occhio la ragazza. Quando lei è partita con il treno verso Pontedera i carabinieri non l’hanno persa di vista, specie quando hanno capito che anche lui, che ormai si era trasferito ad Empoli, si stava dirigendo a Pontedera. Nonostante i due avessero spento i cellulari i carabinieri sono comunque riusciti a trovarli e arrestarli. La ragazza aveva infatti con sé, ben nascosti negli slip, 40 grammi di eroina.