GROSSETO – Il comitato comunale del Psi di Grosseto, come già avvenuto in altre occasioni, insieme alla commissione lavoro del Psi, torna a intervenire «sulle politiche del personale del Comune di Grosseto, e sulla gestione dell’Assessorato competente rispetto alle relazioni sindacali».
«Dopo aver posto precedentemente l’attenzione sul “braccio di ferro assessore – sindacati”, questa volta prendiamo atto che non sempre le azioni muscolari sui lavoratori vanno a buon fine, sopratutto se infondate e meramente punitive: la vicenda del dipendente del Comune di Grosseto apparsa sui media del 18 marzo 2021, ne è la prova. La decisione del Giudice del Lavoro di Grosseto che ha sentenziato l’illegittimità della sanzione disciplinare della sospensione dal servizio e della retribuzione per 8 giorni, nonché l’illegittimità della richiesta di restituzione per oltre € 15.000, ed infine l’illegittimità della richiesta al dipendente medesimo della restituzione per oltre € 7.000 relativa ai compensi ricevuti dallo stesso nell’ambito della sua attività a Sei Toscana, corona una lunga serie di sfortunate scelte dell’Assessorato competente, che di fatto però comportano, per l’Amministrazione Comunale, ripercussioni questa volta economiche che tale gestione del personale e delle relazioni sindacali provoca».
«La sentenza stabilisce che al dipendente del Comune di Grosseto, dovranno essere restituite parte delle somme già versate in precedenza, il che costituisce un danno erariale, degno dell’attenzione della Magistratura Contabile. Basti pensare che le cifre richieste dall’Ente al suo dipendente ammontano a quasi € 23.000. Ma le “scelte mal valutate”, non si fermano soltanto a questo. Infatti è pendente da oltre un anno un procedimento giudiziale in merito alla segnalazione di condotta anti-sindacale del Comune di Grosseto, improntata da alcune Organizzazioni Sindacali nei confronti dello stesso ente» prosegue il Psi.
«In considerazione di ciò ci chiediamo se le scelte politiche dell’assessore alle politiche del personale siano corrette, se sono state debitamente valutate, e se scaturiscono da una decisione condivisa in maggioranza o siano esclusivamente determinate da scelte proprie. Considerato che queste scelte discutibili hanno causato procedimenti giudiziali nei confronti di chi le ha operate, conseguentemente danni erariali come quello relativo alle cifre che il Comune di Grosseto dovrà corrispondere al suo dipendente, ci chiediamo su chi sarà scaricata la responsabilità».
Come Psi Grossetano «siamo fermamente convinti che non si sia fatto tutto il possibile per non inasprire i rapporti sia a livello personale (nel caso del dipendente), sia a livello relazionale (nel caso delle relazioni sindacali), scongiurando l’eventualità di arrivare al livello giudiziale, cosa che non giova a nessuno, tanto meno ai cittadini di Grosseto amministrati da questa maggioranza».
«Amministrare il denaro dei contribuenti è una grossa responsabilità, operare scelte sbagliate e condannate poi dagli organi competenti non trova giustificazioni. Siamo a fine legislatura, chiedere le dimissioni oggi dell’assessore significherebbe chiudere i cancelli quando sono già usciti i buoi… Siamo però convinti che il Comune di Grosseto debba fare chiarezza al proprio interno relativamente all’affidamento delle politiche sulla gestione del personale».
«Pensiamo che farebbe meglio l’assessore, anche egli dipendente pubblico, a valorizzare al meglio le risorse umane a sua disposizione nell’Amministrazione, farebbe un lavoro proficuo se valorizzasse al meglio il lavoro pubblico, quel lavoro che quando è svolto con efficacia ed efficienza si trasforma nel “volano” delle attività produttive e dell’economia locale. I cittadini hanno bisogno di più servizi e meno propaganda, considerato che sono loro i veri datori di lavoro del pubblico impiego e della politica» conclude la nota dei socialisti.