FOLLONICA – «Gli inquinanti indagati rispettano ampiamente le soglie previste dalla normativa.» È stata pubblicata la relazione conclusiva sul monitoraggio della qualità dell’aria a Follonica attraverso la stazione di rilevamento mobile in località Salciaina posizionata da Arpat. La campagna di misurazione, iniziata a maggio 2011 a seguito di segnalazioni dei residenti della zona che lamentavano cattivi odori provenienti dalla vicina zona industriale del Casone di Scarlino, è andata avanti per oltre un anno, sino ad agosto 2012. «Per la prima volta a Follonica – afferma Arpat -, sono disponibili dati sulla qualità dell’aria rilevati per oltre un anno di misure in continuo, 24 ore al giorno; i risultati ottenuti, dopo oltre un anno di misure, sono, quindi, idonei per essere confrontati con i limiti di legge.»
Dal report, già trasmesso a inizio mese ai comuni di Follonica e Scarlino, alla provincia e alla Asl, si evince che «il biossido di zolfo (SO2), pur dimostrando valori misurati ampiamente al di sotto dei limiti normativi, si presenta come il parametro di maggiore interesse – si legge ancora nella nota dell’Arpat -; in corrispondenza di specifiche condizioni meteo, presenta alcuni episodi su base oraria significativi (anche se inferiori alle soglie normative). I risultati del monitoraggio hanno confermato che la postazione in località Salciaina si è dimostrata corretta per la misurazione delle ricadute delle emissioni industriali provenienti dalla zona del Casone di Scarlino.»
«La principale direttrice dei venti e delle brezze da Nord Est – Est Nord Est è stata, durante il periodo di monitoraggio – afferma ancora il dipartimento Arpat di Grosseto -, confermata da ben tre centraline meteo presenti nella zona oggetto delle misurazioni (Consorzio Lamma, Scarlino Energia e Huntsman Tioxide). Tutti gli inquinanti indagati hanno evidenziato indicatori che rispettano ampiamente le soglie previste dalla normativa.»
Al termine del programma di monitoraggio in località Salciaina, Arpat ha proposto di continuare le misure presso un’altra postazione; per questo è stata individuata e proposta la zona del Cassarello, in via Madre Teresa di Calcutta. «Sulla base delle informazioni ottenute nelle campagne di misura degli anni precedenti – continua la nota dell’Arpat -, e sulla base dei modelli diffusionali, la zona del Cassarello risulta, dopo Salciaina, quella più interessata dalla ricadute delle emissioni industriali.»
La relazione completa sulla conclusione del monitoraggio (compresi i dati sulle direttrici dei venti) è disponibile sul sito dell’Agenzia: www.arpat.toscana.it.