GROSSETO “Alla luce del dibattito dei giorni scorsi credo che sulla vicenda del polo agroalimentare di Rispescia sia utile fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto, cos’è il polo tecnologico dell’agroalimentare? È un centro per il trasferimento tecnologico alle imprese dei risultati della ricerca”. Lo scrive Federico Balocchi, ex assessore provinciale e oggi sindaco di Santa Fiora.
“Teoricamente – afferma – potrebbe svolgere la sua attività anche senza la necessità di uno spazio fisico, basterebbero persone altamente specializzate che incontrano imprese e centri di ricerca e incrociano dati ed esigenze. Alle imprese molto spesso, però, occorrono servizi qualificati e attrezzature estremamente sofisticate, costose e difficilmente reperibili sul mercato, le quali (se messe a disposizione dal pubblico e concentrate in un solo luogo) aiutano a fare distretto; cioè a rafforzare attorno a quel luogo una rete di imprese che cresce con il crescere della ricerca applicata alle produzioni. E con il crescere dell’innovazione cresce la domanda per le imprese di personale qualificato in un circolo virtuoso che potenzia l’economia del territorio. Ecco da dove nascono il progetto del Polo e la battaglia per realizzarlo in Maremma”.
“È vero che all’inizio ci furono problemi – scrive Balocchi – perché come tutte le cose importanti per conquistarle bisogna lottare. Noi come giunta provinciale lottammo per avere il polo agroalimentare a Grosseto, lavorando incessantemente, senza troppi clamori. Fu davvero una battaglia perché, badate bene, le produzioni agricole di qualità in Toscana non esistono soltanto a Grosseto, anzi l’industria alimentare in realtà è più importante altrove che da noi. Una battaglia che abbiamo vinto riuscendo anche a completare l’accordo per la localizzazione e a rinnovare i finanziamenti con uno studio di fattibilità che avrebbe guidato la realizzazione. Soldi, idee, sede già disponibili quando abbiamo finito il nostro mandato nel 2014. Per questo è francamente incomprensibile, come hanno fatto i rappresentanti di Fratelli d’Italia, dare la colpa a Delrio e alla (in effetti pessima) riforma delle Province per il fatto di non avere ancora uno straccio di cantiere dopo sei anni”.
“Più volte nella discussione è stato citato anche “Certema” che non è un polo come erroneamente definito – conclude Balocchi – ma un laboratorio tecnologico aperto che svolge servizi qualificati per le Università e le imprese su ricerca, misurazione e prototipazione di prodotti o materiali. È, in piccolo, un vero e proprio modello. Anche qui, sui meriti non c’è molta discussione: fu pensato dal presidente Scheggi che ottenne il finanziamento e durante il mandato di Marras in Provincia è stato progettato e realizzato, non senza difficoltà. Comunque, se c’è qualcuno a cui fare i complimenti e riconoscere meriti, mai come in questo caso, sono le imprese che hanno dato vita ad un progetto di grande qualità per tutto il nostro territorio. Spero in questo modo di aver offerto un quadro chiaro della vicenda a tutti, in primis a chi parla, evidentemente, senza conoscere. Di solito chi lavora si assume oneri e onori senza clamori e poi comunica i risultati, a me hanno insegnato così”.