AMIATA – “Cosa ci ha insegnato il primo fine settimana “giallo” sull’Amiata?”. Questo si chiede Federico Badini, segretario dell’Unione comunale Pd di Castel del Piano dopo che la Montagna, soprattutto domenica, ha accolto migliaia di persone provenienti un po’ da tutta la Toscana.
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“L’eccezionale evento di domenica – prosegue – deve farci riflettere: può essere il punto di partenza di una discussione che per forza deve avere carattere unitario, di comprensorio. Una discussione sull’Amiata unita. Su questo ci giochiamo la credibilità delle istituzioni ma anche di noi amiatini e della nostra visione di futuro.
Già dalle prime ore della mattina di domenica 17 gennaio, le strade che salivano verso quota rifugi pullulavano di macchine e, ben presto, tutti i prati si sono riempiti di persone alla ricerca di bob, slittini, ciaspole, sentieri. Si sono create code davanti ai ristoranti, grigliate fuori stagione in alcune aree attrezzate. Nelle ore successive, con la saturazione dei parcheggi, si sono create ingorghi e difficoltà di transito che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
La sensazione che ci si trovi davanti a qualcosa di nuovo è forte. Fin dal primo lockdown abbiamo sempre parlato dell’Amiata come il luogo ideale per evitare assembramenti, poter vivere la natura vera. Le fitte nevicate dei giorni scorsi sono diventate “virali” grazie ai social. Essendo in zona gialla, potendosi muovere quasi liberamente dalle città e dai paesi nei dintorni, voi non sareste venuti in montagna? Io sì.
Occorre di sicuro pianificare interventi per anticipare problemi simili per il prossimo fine settimana, ma non si potrebbe anche pensare a pianificare il futuro? A “quota rifugi” ci sono numerosi problemi da risolvere: i parcheggi e le modalità di accesso, la qualità della sentieristica tenuta in piedi grazie alle associazioni di volontari, gli impianti di risalita, le telecomunicazioni, addirittura il sistema fognario.
Questi interventi, che riguardano direttamente la parte alta della montagna, indirettamente riguardano anche i paesi a valle: domenica tutti i paesi del cono dell’Amiata hanno goduto dell’eccezionale afflusso di persone. A valle i ristoranti sono stati pieni con turni lunghi e chiamate anche ben oltre l’ora di pranzo. Un esempio chiaro che paesi e Montagna possono essere fortemente interconnessi tra loro.
È irrinunciabile un confronto tra tutti gli attori amiatini, politici, istituzionali e associativi – conclude Badini – per dare un ordine alle cose e gestire insieme quella che potrebbe essere una svolta per tutta la nostra Montagna. Un cambiamento che porta con sé responsabilità non solo riguardanti l’accoglienza turistica ma anche la tutela ambientale e lo sviluppo del nostro territorio. Sul tema dell’unità dell’ Amiata la società, anche in tempi recenti, si è dimostrata più avanti della politica, per questo dobbiamo recuperare”.