di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Cancelli chiusi per gli scioperanti, può entrare in azienda solo chi si reca al lavoro. Il messaggio è arrivato chiaro, questa mattina, ai 78 dipendenti della Mabro che da tempo si stanno battendo per ottenere il pagamento degli stipendi. Una volta varcato il cancello, il secondo segnale è arrivato nei pressi della sala mensa, luogo nel quale si svolgono le assemblee delle maestranze. Anche in quel caso, accesso non consentito. La situazione ben presto si è inasprita al punto che, dopo alcune minacce di richiesta d’intervento da parte delle forze dell’ordine, c’è voluta una mediazione tra i sindacati e la proprietà. Dopo una telefonata tra Furio Santini, della Filctem Cgil e Benedetta Bertellini, manager della Mabro, l’azienda ha concesso l’autorizzazione allo svolgimento dell’assemblea dei lavoratori.
«E’ stata una misura del tutto eccezionale – spiega Benedetta Bertellini (nella foto) – e solo perché c’era un rappresentante sindacale che si è fatto garante della sicurezza. Abbiamo preso la decisione di non fare entrare in azienda chi sciopera per una questione di regole, nel rispetto di chi, invece, sta lavorando. Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma lo scioperante, per definizione, essendo personale che non lavora, non può entrare in azienda. Giovedì scorso si è verificata una situazione simile e gli scioperanti non si sono dimostrati certo nobili d’animo nei confronti della proprietà e dei lavoratori, sia nei modi che nelle parole». Una misura rigida quindi, dettata secondo la proprietà da criteri basati sul rispetto delle regole. Mercoledì, intanto, è in programma una nuova assemblea in azienda. Le Rsu hanno già inoltrato la richiesta ai vertici della Mabro, ma al momento non ci sono certezze: «quella di oggi è stata un’eccezione, da questo momento in poi, preferiamo dire di no a certe richieste – incalza la manager di Mabro -, la linea di rigore serve a tutelare chi viene in azienda per dare il proprio contributo. In ogni caso valuteremo la situazione di volta in volta». Il clima quindi, resta aspro, con una parte dei lavoratori che presta regolare servizio e un’altra che prosegue un braccio di ferro inesorabile, proseguendo uno sciopero a oltranza.
Per domani è invece attesa la verifica da parte di una griffe parigina, in merito alle commesse che sono pervenute all’azienda. Si tratta di una vera e propria lotta contro il tempo per rispettare le scadenze: «abbiamo già ricevuto proroghe e in questo momento stiamo lavorando alacremente per ottenere un risultato importante – dice Benedetta Bertellini -. Se riusciamo a consegnare, l’azienda incassa e possiamo pagare i dipendenti. Alla fine ne beneficeranno tutti». La situazione in ogni caso rimane molto tesa, da un lato c’è chi ha dato fiducia alla proprietà malgrado i mancati pagamenti, dall’altra chi vorrebbe avere soldi e garanzie per il futuro, nel mezzo un’azienda che coltiva la speranza di vedere il domani.