GROSSETO – È uscito dal carcere di Grosseto questa mattina presto, Matteo Gorelli, il giovane che il 25 aprile dello scorso anno, nella zona di Sorano, assieme a tre amici minorenni, aggredì a bastonate due carabinieri che li avevano fermati per un controllo all’uscita da un rave party. Uno dei due carabinieri, l’appuntato Antonio Santarelli, dopo mesi di coma, morì l’8 di settembre del 2011. Gorelli, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari presso la comunità milanese Exodus di don Mazzi, è uscito dal carcere poco dopo le 6 di questa mattina. Ad attenderlo la madre.
La scelta di concedere al giovane, accusato di omicidio aggravato e del ferimento dell’altro carabiniere, i domiciliari aveva sollevato, nei giorni scorsi, non poche polemiche. La vedova del carabiniere ucciso, Claudia Santarelli, aveva dichiarato: ”Mi hanno confermato che Gorelli si è sempre comportato bene in carcere. Ma chi è in grado di assicurare che si è pentito oppure ha assunto un atteggiamento di convenienza? Sono amareggiata e mi sento tradita dalla giustizia. A questo punto mi aspetto che gli diano una pena non esemplare”.
«Uno Stato sano avrebbe gettato le chiavi della cella. » afferma oggi il consigliere regionale del Pdl Giovanni Donzelli, che, esprimendo la propria solidarietà all’arma dei carabinieri, parla di punizioni esemplari. «La cosiddetta Giustizia italiana, dopo appena 17 mesi dall’agguato, ha permesso che l’assalitore uscisse dal carcere di Grosseto. Per la vedova, i parenti e gli amici di Santarelli così come per il suo collega Domenico Marino, la pena non avrà mai fine, è ingiusto che per l’assalitore si siano aperte le porte del carcere dopo così poco tempo»
Il 12 di ottobre, davanti al Gup, è fissata l’udienza in cui si discuteranno le perizie medico legali sul decesso del carabiniere e quella psichiatrica disposta sull’aggressore.