GROSSETO – Direzione e assemblea del Pd provinciale hanno approvato all’unanimità il documento sul riordino delle Province. Tre gl’indirizzi contenuti nel documento: via libera all’ipotesi di costituire la Provincia di Grosseto-Siena-Val di Cornia, e netto dissenso sull’ipotesi di Area vasta; Grosseto capoluogo come prevede la legge e richiesta di decentrare alle Province tutte le funzioni gestionali e amministrative della Regione che possono essere delegate; infine la richiesta di reintrodurre l’elezione diretta degli organi di governo delle Province.
Il Partito democratico maremmano – recita il documento – «riconosce la necessità di rivedere a tutti i livelli ruoli e funzioni delle istituzioni e della Pubblica amministrazione, per renderla più efficiente ed efficace e per farne uno strumento di innovazione e competitività a supporto dei cittadini e delle imprese. Processo questo che non si ottiene semplicemente tagliando le risorse agli Enti locali, calcolati, prima della spending review, in 20 milioni totali per la nostra provincia, a discapito dei servizi e quindi dei cittadini che ne usufruiscono, ma tramite una riforma profonda, sistemica e scrupolosa che tocchi anche lo Stato, le Regioni e i tanti enti e società periferici che sono proliferati in questi anni».
Sul riordino delle Province, dopo aver criticato il frettoloso intervento del Governo, esposto al giudizio di incostituzionalità, il Pd grossetano si è concentrato sulla questione delle «funzioni del nuovo ente in rapporto anche all’approccio neocentralista che negli ultimi anni ha caratterizzato l’operato della Regione Toscana».
Si ritiene infatti che «le nuove Province dovrebbero essere associate alla Regione in tema di programmazione e allocazione delle risorse. occupandosi, «oltre che delle materie previste dalla legge, di sviluppo economico, lavoro, formazione professionale, promozione turistica, caccia e protezione civile. L’ampiezza territoriale di tale Ente non potrà essere certo quella dell’attuale Area vasta, ma ridefinirsi su un perimetro più ristretto che comprenda la provincia di Siena e guardi verso la Val di Cornia, creando un ambito omogeneo per relazioni storiche, sociali ed economiche».
Lasciata da parte la diatriba sui capoluoghi, per la quale c’è una chiara espressione della legge, il Pd grossetano ritiene che «tale Ente non può che essere eletto direttamente dai cittadini, respingendo l’idea che si possa comprimere uno spazio di democrazia e rappresentanza così importante per gli elettori di una comunità, i quali devono avere gli strumenti per giudicare, confermare o cambiare i loro amministratori tramite l’esercizio del diritto di voto».
Infine, proprio perché «l’opera di riordino delle Province non esaurisce la questione del riassetto della Pubblica amministrazione, sul nostro territorio occorre sostenere percorsi d’integrazione fra Comuni, promuovendo processi di convenzioni per la gestione delle funzioni e di ampliamento dei confini delle attuali Unioni dei comuni, che comprendano anche gli Enti locali che ad oggi non sono chiamati a farlo per legge, allo scopo di razionalizzare ed economizzare l’esercizio delle funzioni».