GROSSETO – “Gli allarmi sul lupo, la sua presenza e gli effetti catastrofici che avrebbe sull’economia del territorio, ci viene proposta ad ogni occasione. Meriterebbe fare delle piccole considerazioni”, scrive, in una nota, Marco Stefanini dell’associazione La Duna.
“In Toscana 600 lupi censiti per 1.086.000 ettari di boschi – prosegue -, 360mila euro di danni accertati e risarciti, giustamente, al settore allevamenti. Questi sono elementi noti e pubblici, reperibili nelle varie banche dati. 109 gruppi di riproduzione, due lupi fissi ogni gruppo più la prole, sparsi nel verde della regione. Ogni lupo ha, teoricamente, 1.810 ettari per vivere, sostentarsi, riprodursi.
Nella nostra regione, sempre in questo milione di ettari di boschi, vivono, secondo stime istituzionali e di settore, circa 500 mila ungulati, cinghiali, caprioli, daini, che, con altri piccoli animali, costituiscono la maggior parte della dieta del lupo. Si tolga pure la popolazione adulta di cinghiali, preda problematica anche per un lupo, che infatti preferisce, per ovvi motivi, i piccoli. Si nota benissimo come non ci sia una scarsità di nutrimento per il nostro grande predatore, che comunque, a volte, non disdegna prede che rappresentano un soggetto economico per gli allevatori. Soggetto economico perché comunque gli animali uccisi dai lupi (o ibridi o cani vaganti) sarebbero uccisi lo stesso, nessun “amore verso gli animali”, solo un mero conteggio e danno economico.
Comunque, a rilento o veloci, i risarcimenti contro le predazioni ci sono, ed è giusto che ci siano. Si arriva poi al clamore mediatico che oggi è ancora più amplificato dal web e dai social, per cui un evento registrato in una qualsiasi parte d’Italia può essere trasportato e proposto come accaduto sotto casa. È il caso di un video girato in un area protetta del delta del Po che viene proposto in questi giorni su Facebook come girato in due zone vicine, la piana/padule di Scarlino e la Val di Cornia. Tutto questo per il non tanto velato obbiettivo di incutere timore, dimostrare una presunta eccessiva diffusione su territori vicino casa del lupo, famiglie di lupi, branchi di lupi.
Poi, dopo un poco, quando si dimostra la falsità di certe notizie, il filmato sparisce per poi riapparire dopo poco da qualche altra parte, magari anche solo per raccattare un paio di like o condivisioni.
La maggior parte di noi, anche frequentando i boschi o macchie – come si dice dalle nostre parti -, non vedrà mai un lupo se non in qualche parco faunistico, e se lo vedrà sarà sicuramente una esperienza unica se gestita responsabilmente, senza paure ma consapevoli che sempre di animali selvatici si tratta. Anche un cinghiale è pericoloso e, se in pericolo, attacca causando anche ferimenti gravi. Quindi lasciamolo vivere, nonostante quello che si dice e si vuol far credere è l’uomo ad essere pericoloso per il lupo e non viceversa.
Abbiamo letto le dichiarazioni dell’assessore Stefania Saccardi in merito alle predazioni. Non potrà accadere, perché esiste una normativa europea e nazionale sul lupo, ma come sarebbe spiegabile se la Regione Toscana, famosa nel mondo per il suo ambiente, per certi versi diminuisse il livello di protezione verso una razza come il lupo che non da molto è uscita dal rischio di estinzione?
I risarcimenti sono giustissimi, come è giusto il diritto alla sopravvivenza del lupo. 300, 400, 500mila o un milione di euro possono giustificare la negazione all’esistenza di una razza animale?”.