GROSSETO – La Cardiologia dell’ospedale Misericordia di Grosseto di nuovo protagonista della comunità scientifica internazionale, con due ricerche originali presentate nelle settimane scorse a Monaco di Baviera, al Congresso Europeo di Cardiologia, il principale evento internazionale in questo campo.
Si tratta di uno studio epidemiologico sull’incidenza dei tumori cardiaci primitivi nella popolazione della provincia di Grosseto, condotto dal dottor Alberto Cresti. E’ il primo al mondo e quindi l’unico disponibile in letteratura su questa patologia, una delle meno indagate in ambito oncologico, di cui, ad oggi, si conoscevano solo le valutazioni epidemiologiche tratte dalle autopsie effettuate e dai casi chirurgici.
L’altra presentazione, riguarda una ricerca prospettica internazionale, effettuata dal Laboratorio di Emodinamica del Misericordia, sugli effetti di alcuni farmaci innovativi utilizzati in pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio e sottoposti ad angioplastica coronarica. Grosseto è l’ospedale “capofila” della ricerca condotta in ambito europeo.
Nel primo caso, la popolazione presa in esame per 14 anni, dal 1998 al 2011, è quella residente nel territorio della Asl 9, con una media, nell’arco temporale, di circa 218.000 persone. “In questo lasso di tempo – spiega Alberto Cresti – sono stati presi in esame tutti i residenti della provincia di Grosseto, avvalendosi della collaborazione dell’Amministrazione provinciale che ha messo a disposizione i propri dati demografici e che ringraziamo per averci consentito di effettuare questa importantissima ricerca. Sono stati raccolti 42 casi di tumore primitivo del cuore, per un’incidenza (il numero delle nuove diagnosi della malattia studiata nel periodo di riferimento, ndr) di 1,38 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, ogni anno. Si tratta, fortunatamente, di una patologia molto rara, nella quale solo il 10 % dei tumori riscontrati risultano maligni, ma che comunque pesa sullo stato di salute di una popolazione”.
Lo studio, peraltro, rappresenta uno strumento di conoscenza importante, che si accompagna alla diffusione di tecniche sempre più sofisticate (ecografia, TAC, risonanza magnetica) per una corretta e precoce diagnosi della patologia.
La seconda ricerca si chiama “Eurovision” ed è uno studio internazionale condotto su oltre 2000 pazienti arruolati in 58 centri in Italia, Francia, Germania, Austria e Inghilterra. I risultati sono stati presentati al Congresso Europeo di Cardiologia dal dottor Ugo Limbruno, responsabile del Laboratorio di Emodinamica dell’ospedale Misericordia di Grosseto, centro leader dello studio. Eurovision – spiega Ugo Limbruno – dimostra come, con la somministrazione prolungata di un farmaco specifico (la bivalirudina) ed il concomitante utilizzo di una via di accesso al cuore attraverso l’arteria del polso anziché attraverso quella della gamba, sia possibile abbattere fino al 2 % la mortalità a 30 giorni dopo l’infarto acuto del miocardio, con un conseguente contenimento delle complicanze e della durata della degenza”.